Rurali Trento e Lavis, fusione e 50 prepensionamenti

Trento. Le Casse Rurali di Trento, Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra per sintetizzare lo spirito della loro fusione, mutuano una frase di Degasperi: «Solo se uniti saremo forti». A inizio 2020...



Trento. Le Casse Rurali di Trento, Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra per sintetizzare lo spirito della loro fusione, mutuano una frase di Degasperi: «Solo se uniti saremo forti».

A inizio 2020 sarà operativa, esito delle assemblee straordinarie permettendo, seconda a livello nazionale del Gruppo Casse Rurali. Come ha spiegato il presidente Fraccalossi nel corso del suo intervento in quello che è stato il primo incontro con i soci che si è tenuto ieri sera al teatro di Gardolo, quella della fusione era un’occasione da cogliere al volo. In una fase di mercato ancora positiva e prima dell’arrivo di provvedimenti che potrebbero stravolgere il mercato: «Il futuro lo si dovrebbe sempre anticipare, specialmente quando si parla di interessi passivi sui depositi come sta facendo Unicredit in un contesto generale di diminuzione dei tassi di sconto; di sconti sui pagamenti digitali e di nuove formule di pagamenti. La fusione tra due Casse Rurali sane ha questo scopo: essere pronti ad affrontare le sfide del futuro».

Nasce un colosso da 3,56 miliardi di raccolta, 46 filiali e 25 mila soci che ha saputo ridurre i crediti deteriorati complessivi dalla punta massima di 500 milioni, agli attuali 105 e con ottime prospettive per il futuro. Di certo in quelle 46 filiali ci saranno delle sovrapposizioni e quindi dei possibili esuberi. La prima mossa per contenere eventuali contraccolpi occupazionali è quella dei prepensionamenti incentivati che come è stato spiegato, interessano 50 dipendenti che andranno in pensione tra il 15 dicembre e la fine del 2021. L’esodo incentivato avrà due conseguenze positive. La prima è quella del ricambio generazionale che resta invece una problematica aperta per i soci dall’età media troppo elevata. La seconda quelle delle nuove opportunità, cioè il passaggio di grado dei dipendenti che andranno a sostituire i colleghi in uscita. «Prospettive che mi piacciono molto- ha detto il direttore della Rurale di Trento Giorgio Bagozzi - perché erano 5 anni che non firmavo una lettera di assunzione e finalmente a breve, potrò tornare a sottoscriverne».

La fusione che sarà oggetto della votazione dell’assemblea straordinaria, parte da lontano ed è contraddistinta da vari passaggi che hanno portato a rinvigorire i due gruppi. «Nessuna fusione è mai stata fatta per problemi di bilancio, ma sempre tra casse sane che erano alla ricerca di aumentare la competitività». Il direttore della Rurale di Lavis ha riconosciuto come prima della trattativa di fusione con Trento, si sia provato a percorrere la strada di una fusione territoriale nell’ambito della Piana Rotaliana, ma l’iniziativa non ha avuto successo. Una realtà forte potrà essere in grado di combattere il rischio di perdita di mercato, ma specialmente controbilanciare la minore redditività che è una certezza per il futuro del comparto bancario nell’abito di un mercato impietoso, come lo è quello finanziario.

Concluso il ciclo degli 8 incontri territoriali con i soci, sarà la volta delle assemblee straordinarie. Il 22 novembre toccherà a quella della Cassa Rurale di Lavis, Mezzacorona e Val di Cembra. Il 27 novembre sarà convocata quella della Cassa Rurale di Trento. A progetto approvato dicembre sarà il mese dedicato alla sottoscrizione dei protocolli d’intesa ed alla richiesta delle necessarie autorizzazioni: tempi stretti per poter essere operativi già a gennaio del prossimo anno. D.P.

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