Rsa, stop aumenti Tetto a 47 euro

La Provincia fissa un limite. Oggi le rette alberghiere vanno da 41 a 54 euro al giorno. Stanziati 130 milioni per il 2016


di Chiara Bert


TRENTO. La Provincia mette un tetto alle tariffe delle Rsa: nel 2016 la retta alberghiera, quella a carico degli utenti, non potrà superare i 47 euro al giorno che è l’attuale media delle tariffe delle 41 Aziende di servizi alla persona in Trentino. Lo prevede una delibera approvata dalla giunta nella seduta di venerdì scorso che fissa le direttive per le case di riposo per l’anno prossimo e stanzia 130 milioni per il loro finanziamento.

«Oggi c’è un problema di disequità territoriale - spiega l’assessore alle politiche sociali Luca Zeni - si va da un minimo di 41 euro a un massimo di 54 euro al giorno a carico delle famiglie». A questo si aggiungono i 69 euro al giorno di retta sanitaria, che è a carico della Provincia. «L’obiettivo che ci siamo dati, e che sarà al centro della riforma delle Rsa a cui lavoreremo dopo la Finanziaria - prosegue l’assessore - è di ridurre questa distanza. Già 47 euro non sono pochi. Avevamo richieste dalle Rsa di poter aumentare le tariffe, ma abbiamo detto di no. Non è possibile scaricare sempre sulle famiglie i maggiori costi. Si trovino altre strade per contenere i costi».

Di qui la decisione di porre un tetto massimo. La delibera stabilisce che le Rsa che nel 2015 avevano una retta superiore o uguale alla media 2015 non possono aumentare l’importo. Quelle che invece erano sotto la media potranno incrementare la retta fino al doppio del tasso programmato dell’inflazione 2016, ma sempre entro il limite dei 47 euro al giorno. Le Rsa dovranno comunicare in Provincia il dettaglio delle quote a carico degli utenti e specificare l’elenco delle prestazioni garantite con il pagamento della retta base.

Viene dunque bloccato il progetto di introduzione di un ticket, su base Icef, sulle rette delle Rsa, previsto dall’ultima legge finanziaria provinciale: l’ex assessora Donata Borgonovo Re aveva annunciato l’avvio dopo l’estate, al termine della raccolta dati. Ma il suo successore Luca Zeni oggi spiega che il progetto è stoppato: «Non vogliamo aumentare le rette». Intanto la giunta ha stanziato per le Rsa per il 2016 130 milioni di euro.

A fronte di questo investimento, la giunta ha dunque detto no alle richieste dell'Upipa di aumentare le tariffe a carico delle famiglie e di aumentare i posti letto convenzionati per dare ossigeno ai bilanci delle case di riposo. Secondo la giunta l’unico modo di far fronte all’aumento dei bisogni di assistenza agli anziani senza aumentare le rette è rafforzare l'efficienza organizzativa e amministrativa dell'attuale sistema liberando così risorse da reinvestire sui servizi. Il progetto di una Rsa unica provinciale, secondo l’assessore Zeni, consentirebbe di risparmiare tra i 14 e i 17 milioni di euro all’anno. Ma il piano è stato duramente contestato dall’Upipa.

Oggi i posti letto convenzionati sono 4.495. A fronte del «numero elevato - si legge nella delibera della giunta - viene prorogato lo stop al rilascio di nuove impegnative di spesa a carico del sistema sanitario per l’inserimento di persone residenti in provincia di Trento in Rsa extraprovinciali». Con la delibera di venerdì la giunta ha anche aumentato di 20 i posti letto convenzionati alla Rsa Sacra Famiglia di Arco a seguito della conversione di un nucleo di 20 posto di lungodegenza, e aumentato di 2 i posti alla Rsa di Vigo di Fassa, con una contestuale diminuzione del finanziamento riservato ai posti letto per urgenze, che scendono da 12 a 10.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano