allarme anziani

Rsa, servono altri mille posti in 10 anni

Giacomelli (Upipa) alla Provincia: «Ne abbiamo 250 pronti per l’accreditamento. L’assistenza domiciliare non basterà»


di Chiara Bert


TRENTO. Oggi in Trentino ci sono 4.300 posti letto nelle Rsa per una popolazione di mezzo milione di persone. Oltre mille le persone in lista d’attesa. «Serviranno altri 1000 posti in 10 anni», è l’avvertimento di Antonio Giacomelli presidente dell’Upipa che riunisce le 54 case di riposo in provincia. «Ne abbiamo 250 già pronti per l’accreditamento», spiega Giacomelli, «ma finora dalla Provincia è arrivato un no alle nostre richieste». «Fino ad oggi i nostri numeri sono in linea con quelli europei, ma la politica della Provincia ora sembra sempre più orientata a potenziare i servizi di assistenza domiciliare».

Un fronte imprescindibile, ammette il presidente dell’Upipa, ma che non basterà a dare risposta ai problemi di una popolazione sempre più vecchia. Le cifre del cambiamento demografico in atto le ha ricordate il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor in un incontro avuto qualche giorno fa con i sindaci (Trentino di ieri, ndr): un trentino su 5 oggi ha più di 65 anni, si tratta di 110 mila persone che negli ultimi 5 anni sono aumentate dell’8%, e nei prossimi anni continueranno a crescere al ritmo dell’1,5 per cento. Gli over 80 sono passati dai 28.865 del 2009 ai 30 mila del 2013, con un incremento del 4%. Per ogni 100 giovani trentini ci sono 128 anziani. La fetta anziana della popolazione - ha ricordato Flor - impegna circa il 70% delle risorse destinate alla sanità trentina (1 miliardo all’anno, oltre un quinto del bilancio provinciale).

«Sono anni che l’Upipa lancia questo grido d’allarme, siamo contenti che ora arrivi anche dall’Azienda sanitaria», commenta Giacomelli. «Sono numeri che ci preoccupano, perché i nuovi stili di vita e i progressi della medicina stanno portando ad un’incidenza di anziani over 65 che nel giro di 10 anni raddoppierà. E i posti letto nelle Rsa non saranno sufficienti».

Il dato con cui bisognerà fare i conti, avverte il presidente dell’Upipa, è quello della non autosufficienza: «L’opinione pubblica rischia di non averlo presente, l’età media di vita fortunatamente si alza ma purtroppo non si arriverà ad età da record in maniera autosufficiente. È vero che i progressi medici consentiranno di avere una percentuale di non autosufficienti inferiore a quella di oggi, ma in numeri assoluti le persone in questa condizione aumenteranno. E questo si accompagna ad un dato sociale, la sempre maggiore indisponibilità delle famiglie, soprattutto per motivi di lavoro, ad assistere i propri anziani».

Il confronto con le realtà più virtuose dice che il Tirolo austriaco ha messo in campo un piano straordinario che prevede 1800 posti in più in un decennio rispetto ai 9 mila attuali, insieme ad un potenziamento del 47% dei servizi domiciliari. «In Trentino abbiamo 4.300 posti letto e oltre 1000 persone in lista d’attesa - ricorda Giacomelli - ma la nostra richiesta che abbiamo reiterato più volte all’assessora Borgonovo Re, finora senza esito, è di aumentare il numero dei posti. Oggi ne abbiamo 250 già pronti per l’accreditamento. Indipendentemente da quanto si andrà ad investire sull’assistenza a domicilio, molti non potranno garantire l’assistenza a casa. E tra 5 anni la situazione diventerà ingestibile». Per questo l’Upipa torna a chiedere che le entrate dei ticket sulle Rsa - 1 euro al giorno in più sulla quota della retta a carico degli utenti, su base Icef, che dovrebbe entrare in vigore dalla prossima estate - vadano a finanziare nuovi posti nelle case di riposo: «Sarebbe una scelta strategica ed equa», rimarca il presidente. Che sottolinea la prova di sobrietà del sistema delle Rsa: «Nel 2015 gli aumenti della retta alberghiera sono stati contenuti sotto il tasso di inflazione. Un risultato per nulla scontato di questi tempi».













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