Rsa, i medici coordinatori: «O il contratto o scioperiamo»

Una vertenza annosa per il riconoscimento economico e normativo delle accresciute responsabilità Il sindacato di categoria (Asccor) denuncia la totale chiusura del’assessorato alle loro richieste


di Sandra Mattei


TRENTO. Non solo la grana del pagamento di alcune prestazioni, sul tavolo dell’assessore alla salute Ugo Rossi, alle prese con la vertenza dei medici di medicina generale. Ora si aggiunge la minaccia dei medici coordinatori delle Apsp (Aziende pubbliche di servizi alla persona, le ex Rsa, per capirsi) di sciopero, perché si sentirebbero snobbati dall’assessorato a proposito delle loro annose richieste.

Uno scarno comunicato firmato dalla sigla Asccor (Associazione scientifica clinica coordinatori Rsa-Apsp), infatti, spiega che tali medici «lamentano l’assenza di un contratto di lavoro stabile ed a tempo indeterminato e la chiusura totale dell’assessore alla salute Rossi a qualsiasi ipotesi di colloquio o incontro o presa in carico delle nostre problematiche». Quali le rivendicazioni di queste figure professionali, che con la crescita della popolazione anziana e l’aumento delle incombenze, hanno assunto sempre responsabilità? I coordinatori delle Apsp hanno compiti sia amministrativi che sanitari, essendo incaricati della organizzazione del personale sanitario e non, sia di controllo dei farmaci, degli aspetti igienico-sanitari, di vigilanza e delle norme di sicurezza. Quello che la categoria lamenta, a fronte di una serie di responsabilità accresciute, è di non aver avuto un riconoscimento adeguato dal punto di vista economico e contrattuale. Ricorda Nicola Paoli, segretario generale della Cisl medici, che la questione dei medici coordinatori si trascina da tempo. Il primo documento che annunciava la necessità di essere rappresentati in una comunità professionale e di avere voce in capitolo presso il tavolo delle trattative con l’assessorato alla salute, è del 2002.

«Poi il 17 aprile 2007 - aggiunge Paoli - si firmava l'accordo collettivo provinciale per i medici di medicina generale che prevedeva entro luglio 2007 un nuovo contratto unitario per questa categoria con Upipa e i medici di medicina generale. Pur discutendo varie volte l'argomento in assessorato e chiedendo un inquadramento più certo, visto che questi medici hanno il contratto rinnovato di anno in anno, non se ne è mai fatto nulla». L’Asccor sostiene inoltre che dopo aver avuto mesi fa un confronto con Luca Ciola, del Dipartimento alla salute, tutto tace. Da parte sua, l’assessore Rossi, da noi interpellato, non si sbilancia. Afferma di non essere al corrente del problema, ma che se tali medici hanno chiesto un incontro, ci sarà la sua disponibilità. Rimane l’annuncio dei medici coordinatori: «Stante così le cose - scrivono - avvieremo la procedura di raffreddamento al Commissariato del Governo e non sono escluse forme di protesta che potrebbero scaturire in uno sciopero». Le Apsp in Trentino sono 56 e 4.400 i pazienti ricoverati, dagli anziani in stato vegetativo, con Alzheimer ai neoplastici in stadio terminale.













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