Rovereto, il Comune porta la spesa a casa

Accordo con La Casa e Sait per aiutare gli anziani soli e le famiglie


Robert Tosin


ROVERETO. Gli anziani soli sono tanti in una città dove il 21 per cento degli abitanti ha superato i 65 anni. E anche le incombenze più banali e quotidiane possono diventare un problema senza un aiuto. Anche fare la spesa diventa quindi un ostacolo insormontabile. Fino ad oggi, perchè il Comune ha pensato di promuovere un servizio di «spesa a domicilio».

Va detto subito - e questa forse è la cosa più innovativa - che al Comune non costa un centesimo, perchè si affida alla collaborazione della cooperativa La Casa ma soprattutto sulla disponibilità dei giovani volontari della Caritas. Vale per tutto il territorio comunale e il sindaco Miorandi spera che altri seguano l'esempio. Il servizio è stato presentato dall'assessore Fabrizio Gerola, che fa notare non solo l'aspetto più concreto dell'operazione, ma anche il coinvolgimento del volontariato giovanile cittadino, «una risorsa che vogliamo valorizzare».

Sono molti gli anziani soli, più o meno autonomi. Alcuni sono già conosciuti dai servizi sociali e aiutati in diversi modi. Molti, anche per orgoglio, non bussano alle porte del Comune e cercano a fatica di arrangiarsi come possono. Però può accadere che in determinati frangenti sia proprio impossibile uscire di casa per fare la spesa. E allora basta fare il numero della cooperativa La Casa - che attiverà a settembre una linea dedicata - e dettare le proprie necessità alimentari: il pane, la pasta, una bistecca, un po' di verdura.

Insomma, quello che serve, per un importo minimo di 25 euro. A quel punto la cooperativa acquista via internet i prodotti al Sait, che ha offerto la sua collaborazione, e li consegna ai volontari della Caritas. I quali arrivano con la busta a domicilio e riscuotono il dovuto anche utilizzando il bancomat oppure la carta del socio della Coop. «Questo servizio - spiega l'assessore Gerola - partirà a settembre e sarà monitorato con attenzione. Non è riservato solo agli ultra sessantacinquenni ma anche alle famiglie monoparentali e a quelle con un figlio portatore di disagio».













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