Rossi torna da Roma con 500 milioni in più

Il governatore ottiene il via libera del governo a utilizzare gli avanzi di Provincia e Comuni. Trattativa sulla quota che sarà «concessa» dal 2018 a Trento e Bolzano


di Chiara Bert


TRENTO. È una partita che vale circa mezzo miliardo di euro per il bilancio trentino quella che la Provincia di Trento e il governo hanno sbloccato ieri a Roma, in un incontro a cui hanno partecipato i due governatori Ugo Rossi e Arno Kompatscher con i massimi dirigenti delle due Province, il viceministro dell’economia Enrico Morando, il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa e la Ragioneria dello Stato. Qualcuno l’ha già battezzato come uno dei «regali» pre-referendum di Matteo Renzi». In gioco c’era la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo pluriennale vincolato (250 milioni per la Provincia e tra i 100 e i 150 milioni per il sistema dei Comuni) e gli avanzi di amministrazione (circa 50 milioni per la Provincia e 100 milioni per i Comuni, di cui 49 inseriti nel fondo strategico territoriale), dopo che il governo aveva congelato gli avanzi impugnando la norma dell’assestamento di bilancio provinciale che - secondo Roma - non rispettava i vincoli del pareggio di bilancio.

La Provincia aveva risposto contro-impugnando alla Consulta la norma statale dello scorso agosto che di fatto subordinava alle scelte della manovra di bilancio nazionale l'utilizzo, da parte di Provincia e Comuni, delle risorse contenute nel Fondo pluriennale vincolato: una norma che secondo Piazza Dante ledeva il principio consensuale che sta alla base del Patto di garanzia firmato nel 2014 con il governo Renzi.

Ma al di là del braccio di ferro la trattativa era già partita. Il primo a dare segnali di distensione era stato Bressa, poi a metà ottobre il viceministro Morando aveva dato a Trento ampie rassicurazioni sulla volontà politica del governo di trovare una soluzione. Soluzione tecnica di cui Rossi ha avuto conferma ieri. Il governo ha inserito nella legge di stabilità una norma che sblocca le risorse del Fondo pluriennale anche per le Regioni ordinarie per il triennio 2017-2019: si tratta di risorse per le quali c’è già un impegno giuridico (bando o gara di appalto) da parte della Provincia o dei Comuni, e che servono a pagare i progressivi stati di avanzamento delle opere. Nel caso degli avanzi, parliamo invece di risorse a bilancio che non sono ancora state impegnate: in questo caso Trento e Bolzano, che in quanto autonome hanno anche entrate proprie, se si dimostrano virtuose possono produrre avanzi maggiori rispetto alle Regioni a statuto ordinario. «Sono risorse nostre prodotte con economie di spesa», ricorda il governatore. Se per il 2017 non c’erano timori sull’utilizzo di questi avanzi, visto che l’ultima legge di stabilità nazionale ne aveva già concesso l’utilizzo, la trattativa riguarderà gli anni dal 2018 in poi. «È il 30% del problema - spiega di ritorno da Roma Ugo Rossi - per i prossimi anni dovremo trovare una formulazione che tenga conto della nostra peculiarità rispetto alle ordinarie, consentendoci di usare una quota ragionevole di queste risorse senza mettere in difficoltà lo Stato sulla tenuta dei conti pubblici. Confido che si troverà perché abbiamo avuto la conferma di avere interlocutori seri. Vale il principio di leale collaborazione. Oggi siamo molto soddisfatti perché sappiamo di poter andare avanti con il nostro bilancio così come lo abbiamo impostato sul fronte degli investimenti e delle opere pubbliche». E a tirare un sospiro di sollievo sono anche i Comuni trentini che temevano per i loro avanzi «investiti» nel fondo strategico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano