Rossi «molla» la Svp Il progetto: una lista Pd-Patt alle politiche

Il governatore: «L’alleanza con le Stelle alpine non è scolpita nella pietra. Con la nuova legge ci saranno due partiti»


di Chiara Bert


TRENTO. Un quadro politico a due gambe, da una parte il Pd (o quel che sarà il nuovo campo democratico di Renzi), dall’altra un grande partito territoriale, il Patt. Che alle prossime politiche, quando si voterà con il nuovo Italicum, nei collegi uninominali sarà nella coalizione di centrosinistra autonomista ma, nella parte proporzionale (dove si eleggeranno tre deputati), potrebbe essere alleato diretto del Partito democratico, in una lista comune. E non più dunque insieme alla Svp, «perché questa alleanza non è scolpita nella pietra». Ecco il nuovo scenario che Ugo Rossi traccia a due giorni dall’approvazione della nuova legge elettorale e a 24 ore dalla visita in Trentino del premier e segretario del Pd Matteo Renzi. Anche di questo, spiega, ha discusso brevemente martedì con il leader Dem.

Ed è uno scenario del tutto inedito che l’ex segretario del Patt, oggi uomo forte del partito dall’alto della sua poltrona di governatore della Provincia, delinea con uno sguardo alle comunali di domenica. «Dove ci sono le autonomie speciali - ragiona Rossi - ci sono due grandi poli, nel nostro caso il Pd da una parte e un partito territoriale-autonomista dall’altra, con la stessa dignità». E i cantieri civici, quella terza gamba del centrosinistra che Renzi ha citato nel suo comizio a Trento accanto a Pd e Patt, per la gioia di Lorenzo Dellai (che ha voluto la sperimentazione del Cantiere civico democratico proprio a Trento) e scatenando l’ira della segretaria Upt Donatella Conzatti? «L’esperienza civica può essere utile sia in un verso che nell’altro», osserva Rossi, «alla fine decidono gli elettori». E quindi, è il non detto del governatore, domenica gli elettori Upt si divideranno e lì si capirà in quanti guardano al cantiere dellaiano, e dunque alla convergenza nello spazio democratico del Pd, e quanti invece sceglieranno il Patt. «È giusto che Renzi cerchi di tenere gli equilibri, è un fatto politico che il fondatore della Margherita oggi lavora alla costruzione di un cantiere», spiega Rossi.

Ma la novità destinata a incidere profondamente anche sul quadro politico locale è rappresentata dalla nuova legge elettorale: in Trentino Alto Adige 8 deputati si eleggeranno nelle sfide secche dei collegi uninominali (4 in Trentino, 4 in Alto Adige), altri 3 usciranno dal proporzionale (i primi due andranno alla lista vincente a livello nazionale, il terzo alla lista che ottiene, come seconda, più voti in regione). La Svp non eleggerebbe perciò candidati di lista.

E dunque Rossi ragiona, politicamente pensando agli scenari e pragmaticamente pensando alle maggiori chance di mandare a Roma parlamentari del Patt: «Io immagino un partito territoriale largo, oltre il Patt, che abbia la vocazione all’autosufficienza. Un partito che non stabilisce a priori le proprie alleanze alle politiche. Con la Svp certo abbiamo un rapporto privilegiato ma l’alleanza non è scolpita nella pietra. Dentro il centrosinistra il Patt non dev’essere per forza vincolato a fare un accordo con le Stelle Alpine, potrebbe farlo direttamente con il Pd». Significherebbe, sul piano dei numeri, un Patt che mette i suoi candidati in lista con il Pd, a cui porta i suoi voti. In cambio, va da sè, contratterà con i Democratici di avere candidati autonomisti nei collegi: tra Panizza e Ottobre c’è da scommettere che nessuno dei due rinuncerà facilmente alla chance di riconferma. E considerando che uno dei collegi potrebbe andare all’alleato Dellai, ecco che le comunali di domenica saranno un primo test per pesare i rapporti di forza interni alla coalizione.

Lo stesso Lorenzo Dellai, commentando ieri la visita di Renzi, ha rimarcato che «se il segretario nazionale del Pd ha parlato della necessità di un grande cantiere del centro sinistra italiano, non lo ha fatto certo a caso. Un cantiere non si apre se l’edificio che già esiste non richiede modifiche». Ma in casa Upt arriva la dura presa di posizione della segretaria Donatella Conzatti: «L’Upt, dal congresso di Vezzano 2014, è un grande laboratorio politico che federa e supporta esperienze territoriali civiche, e in questo ambito ha deliberato per il solo Comune di Trento, di presentare il partito con la lista Cantiere Civico Democratico. Ma l’Upt non ha modificato né nome né simbolo, né tantomeno la propria natura di partito popolare territoriale di centrosinistra. Chi veicoli un’informazione diversa, sbaglia».













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