Rossi: «Contratto, aumenti più alti ai docenti trentini»

Il governatore ai sindacati: «Va riconosciuto l’aggravio di lavoro, pronti ad anticipare risorse rispetto al nazionale»


di Chiara Bert


TRENTO. «Dare cifre oggi è prematuro ma posso dire che sulla parte provinciale del contratto gli insegnanti trentini avranno un qualcosa in più, perché riconosciamo che dal piano del trilinguismo all’alternanza scuola-lavoro, ai nuovi piani di studio, tutto questo ha comportato un oggettivo aggravio di lavoro per i docenti». È l’impegno che i sindacati della scuola hanno strappato ieri al governatore Ugo Rossi, nella sua veste di assessore all’istruzione. La Provincia si prepara ad anticipare risorse senza attendere per forza i tempi del governo nazionale, che nella prossima manovrina dovrà decidere quanto destinare al comparto per il rinnovo del contratto fermo dal 2009. Ad aspettarlo, in Trentino, ci sono 7 mila insegnanti.

Aumenti contrattuali. L’incontro di ieri si è svolto in un clima che entrambe le parti definiscono «produttivo». «Quello che ho detto ai sindacati - spiega il presidente della Provincia - è che quanto verrà stanziato a livello nazionale per il nuovo contratto, che rappresenta il grosso del contratto dei docenti, naturalmente non è una variabile indifferente. Ma che noi siamo disponibili, nell’assestamento di bilancio, ad indirizzare risorse anche prima dello Stato, riconoscendo il carico di lavoro che i nostri insegnanti hanno sopportato in questi ultimi anni, purché naturalmente se ne tenga conto dopo, quando dal nazionale saranno stabilite le cifre, in modo che non si creino effetti moltiplicatori insostenibili per il bilancio provinciale». Rossi non vuole fare cifre, «ma in termini netti - assicura - sulla parte locale ci sarà un quid in più». Insomma alla fine, tirate le somme sui due fronti, gli insegnanti in Trentino avranno un aumento più sostanzioso dei loro colleghi del resto d’Italia.

L’aumento a livello nazionale, in base all’accordo siglato alla fine dello scorso anno dai sindacati con la ministra Marianna Madia per l’intero comparto pubblico, non potrà essere inferiore agli 85 euro lordi al mese. «Siamo soddisfatti che il presidente abbia confermato la disponibilità ad intervenire economicamente per la parte provinciale del contratto», spiega il segretario della Uil scuola Pietro Di Fiore. «Questo può avvenire in due modi, o anticipando il nazionale per poi fare un conguaglio, oppure - come suggeriamo noi della Uil, riconoscendo una quota per le attività e l’orario di lavoro prevista dal contratto provinciale». Cgil, Cisl e Uil si riuniranno la prossima settimana per definire una linea comune e poi ci sarà un nuovo incontro con Rossi.

Materne. Sul tavolo della trattativa i sindacati hanno messo anche il nodo delle scuole materne, per le quali chiedono un aumento dei fondi per la produttività legati all’insegnamento delle lingue straniere. «Una richiesta legittima», l’ha definita ieri Rossi.

Personale amministrativo. E da definire, al tavolo di confronto, ci sarà anche un’altra richiesta delle organizzazioni sindacali: la revisione delle posizioni del personale amministrativo della scuola.

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