Rossi: «Consulenze a Deloitte, un milione per chiudere i conti»

Il governatore in aula: 6,9 milioni di incarichi da Provincia e società. Le opposizioni: fiume di soldi, i conti non tornano


di Chiara Bert


TRENTO. Sei milioni di euro di consulenze a Deloitte Consulting da parte di Informatica Trentina, altri 900 mila euro di contratti stipulati direttamente dalla Provincia e dalle altre società partecipate (Trentino Network, Trentino Sviluppo, Tecnofin, Tsm, Cassa del Trentino). Finora 5,8 milioni liquidati. Più 3,5 milioni per la maxiconsulenza per la ricerca e l'innovazione affidata da Trento Rise secondo la formula del contratto pre-commerciale (Pcp) da 7,4 milioni, incarico al centro dell’inchiesta della Procura che ha portato a sei indagati eccellenti tra cui l’ex direttore generale della Provincia Ivano Dalmonego e l’ex presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia.

Ieri in aula il governatore Ugo Rossi ha ripercorso il fiume di incarichi (e di denaro pubblico) assegnati dalla Provincia alla società Deloitte, una comunicazione richiesta dalle minoranze dopo gli ultimi sviluppi delle indagini. Minoranze che ieri mattina avevano protestato perché non erano ancora arrivate le risposte del presidente alle loro interrogazioni sul tema, risposte arrivate in tarda mattinata (e nel pomeriggio quella al consigliere Pd Mattia Civico). Il presidente ha relazionato dettagliando gli incarichi finora pagati alla società di consulenza. Società del cui lavoro, ha ribadito, «la mia giunta ha deciso di non avvalersi più». Ma per dismettere i contratti in essere - ha spiegato Rossi - «e chiudere così i rapporti di collaborazione in atto», la Provincia pagherà alla Deloitte un milione di euro per le risultanze non pagate.

Il governatore ha motivato le consulenze con l’esigenza pressante di riformare la pubblica amministrazione per renderla più efficiente e meno costosa. Di qui i tre macrofiloni di incarichi a Deloitte, per la riforma delle Comunità di valle, il riassetto della Provincia e delle società di sistema, l’integrazione dei servizi di Ict. «Ci sono attività che hanno dato esiti positivi, altre - ha ammesso Rossi - dove i risultati appaiono insufficienti, tanto che i pagamenti sono stati bloccati». E volendo ancora una volta marcare la distanza dalla giunta Dellai: «A inizio legislatura abbiamo chiesto alle società di dismettere le consulenze». Quanto a Trento Rise, Rossi ha informato che «il primo rendiconto è stato consegnato alla giunta a giugno 2014 e lì sono emersi alcuni scostamenti rispetto alle voci del piano attuativo 2013», ragion per cui la giunta a luglio 2014 ha ridotto lo stanziamento al consorzio da 76 a 60 milioni, chiedendo di sospendere il Pcp contestato dalla Ue e di verificare tutti gli altri appalti con questa formula. Prima di decidere la definitiva liquidazione di Trento Rise. «Oggi - ha chiarito - restano in piedi solo i Pcp del turismo e dell’assistenza domiciliare, ma i liquidatori stanno approfondendo una loro sospensione».

Silente la maggioranza (se si esclude la curiosa domanda del consigliere del Patt Lorenzo Ossanna sul ruolo di Fernando Guarino, ex segretario generale di Trento Rise dalle cui dichiarazioni è partita l’inchiesta), ad andare all’attacco di Rossi e della giunta sono state le opposizioni. Duro Fugatti (vedi articolo a fianco): «I conti non tornano, secondo i miei calcoli siamo arrivati a 15 milioni di consulenze in 7 anni». Giacomo Bezzi (Fi) accusa Rossi citando Degasperi: «L’autonomia si salverà solo se saprà essere meno costosa dello Stato». Per Walter Viola (Pt) «non c’è congruità tra i soldi pagati alla Deloitte e i risultati ottenuti». Non ha dubbi Filippo Degasperi (M5S): «Il risultato è zero. E dalle mie ricerche solo gli incarichi di Informatica Trentina ammontano a 8 milioni». Mentre per Rodolfo Borga (Civica) la vicenda «è il frutto di 15 anni di conduzione scellerata della cosa pubblica da parte del centrosinistra».

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