La convention

Rossi al Patt: «Basta pensare alle elezioni 2018»

Il governatore: no alla scorciatoia del civismo. Il segretario Panizza: il Patt è pronto al salto di qualità


di Chiara Bert


TRENTO. «Occupiamoci del Trentino e di cosa vogliamo lasciare in dote ai nostri figli, non occupiamoci oggi di chi sarà il timoniere nel 2018». Al suo Patt riunito a Sanbapolis, Ugo Rossi manda un messaggio chiaro: la campagna elettorale è finita, «non credo che i partiti debbano preoccuparsi adesso di chi guiderà la coalizione e dei rapporti di forza interni». Una risposta indiretta a Panizza che aveva già messo le mani avanti su un secondo mandato del governatore alla guida della Provincia.

Erano oltre 300 ieri al teatro di S. Bartolomeo per la convention che apre la strada verso il congresso di fine anno: la base autonomista chiamata a raccolta, un po' di mondo economico (De Laurentis, Bort, Villotti, Lombardini), niente alleati (non invitati).

Rossi difende i partiti pur in un momento di grave crisi come quella che attraversano nella sua maggioranza Pd e Upt: «Il compito del Patt - avverte - è tenere la barra dritta, si fa presto a imboccare la strada del civismo, ma i partiti hanno un ruolo». Poi fa un appello ad avere coraggio, che significa «affrontare il cambiamento fino in fondo, saper gestire i problemi, la crisi, l'immigrazione, e non rincorrere le paure. Oggi il cambiamento forte che abbiamo messo nel motore spesso non viene percepito dai cittadini».

Ad aprire la convention è stato il segretario Franco Panizza che ha detto che il Patt è pronto al salto di qualità. Una serata 2.0, fatta di hashtag a partire dal titolo dell’evento #Trentinocoraggioso, che apre la strada verso il congresso che si terrà entro l’anno o nei primi mesi del 2016.

Gli alleati. «Non mettiamo in discussione alleanze politiche ormai consolidate», dice Panizza. E mentre Lorenzo Dellai a Roma si dà da fare per mettere in piedi quel cantiere con il Pd che l’ex governatore avrebbe voluto sperimentare già alle comunali di maggio, il segretario del Patt strizza l’occhio proprio all’Upt che a settembre dovrà decidere che strada imboccare. Panizza auspica «che i rapporti diventino sempre più stretti, così da creare la massa critica necessaria per dare al Trentino la giusta rappresentanza». Una nuova Casa dei trentini? Per il capogruppo Lorenzo Baratter «oggi il Patt è un partito in salute e attrattivo e c’è l’esigenza di semplificare il quadro politico, ma i processi si portano avanti con pari dignità». Quanto al Pd, «siamo alleati perché in sede locale delle nostre istanze si è fatto carico responsabilmente e attivamente», riconosce Panizza. Che però richiama l’alleato ad un maggiore impegno sul fronte nazionale «per impedire azioni sconsiderate da parte di alcuni suoi autorevoli esponenti che vorrebbero cancellare le autonomie speciali sulla base di pregiudizi».

Destra e sinistra. E quindi, ripete Panizza ancora una volta, «ha poco senso interrogarsi se il Patt, a seconda della colorazione dei nuovi ingressi nelle proprie file, si stia spostando a destra o a sinistra». Categorie superate, destra e sinistra, «la questione è un’altra, rispondere alle attese della comunità». Per farlo occorre «costruire convergenze nuove», «più rispondenti alle domande pressanti della comunità» anche quelle di chi non ha votato.

Il partito dei trentini. La risposta è «il partito territoriale», dei trentini, «l’unico in grado di intercettare le domande della società e dell’economia perché ha quel radicamento che altre organizzazioni politiche, sociali o di rappresentanza per varie ragioni hanno perso».

Nuova classe dirigente. «Il futuro dell’autonomia è nella sua classe dirigente - avverte Baratter - per dare un futuro al Trentino abbiamo bisogno di persone, di talenti, altrimenti i partiti sono sterili contenitori vuoti senza speranza». Proprio la mancanza di una classe dirigente all’altezza è stata una delle spine nel fianco del Patt di governo, criticato anche quando ha piazzato suoi uomini in cariche importanti (Mach, Itea). «Non vedo una particolare ingordigia del Patt, soprattutto rispetto ad altre stagioni», taglia corto il capogruppo. Il segretario allarga lo sguardo e spiega che «gli incarichi di direzione e di massima responsabilità non possono essere eterni».













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