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Rogo alla Torre Civica, archiviata l'inchiesta

La Procura non ravvisa risvolti penali dopo l’incendio che ha danneggiato il simbolo di Trento: «Cause accidentali»



TRENTO. L’incendio che il 4 agosto scorso ha devastato la parte superiore della Torre Civica è stato senza dubbio originato da un cortocircuito, ma i tecnici del vigili del fuoco, che all’interno dello storico edificio hanno subito condotto indagini tanto rapide quanto accurate insieme agli investigatori di Squadra Mobile e Digos, non hanno individuato elementi tali da configurare responsabilità di qualcuno in quanto accaduto. Per questo, ieri, dopo un ultimo incontro con i tecnici dei permanenti di Trento, il procuratore Giuseppe Amato e il sostituto procuratore Maria Colpani hanno firmato il provvedimento di archiviazione del fascicolo iscritto a modello 45, aperto nelle ore successive al rogo per consentire l’avvio delle indagini e i necessari approfondimenti. Un lavoro certosino che ha permesso di individuare nel quadro elettrico l’origine delle fiamme, anche se le ipotesi su cui non è stato possibile fare chiarezza sono tre: che la prima scintilla sia partita dall’impianto elettrico, che abbia avuto origine dal gruppo di continuità o che sia stata prodotta dall’impianto di alimentazione dei led. Di fronte all’impossibilità di fare completa luce su questi particolari e chiarito anche che, sulla base di quanto rimasto di esso, l’impianto elettrico era stato realizzato seguendo tutti i parametri di legge, la Procura ha ritenuto che la vicenda non avesse rilevanza penale. Non solo. La torre era priva di certificato anti incendio, ma i vigili del fuoco hanno ritenuto che per la particolarità della struttura e per l’utilizzo che ne veniva fatto, quel documento non fosse necessario. Per questo, oltre a chiudere il fronte penale - le cause sono accidentali, insomma - la Procura ha consentito l’accesso alla torre (che non è mai stata posta sotto sequestro, ma nella quale era comunque vietato entrare) e la rimozione dei detriti, fino ad ora custoditi nell’eventualità che nuovi approfondimenti investigativi rendessero necessarie ulteriori analisi su di essi. Da ieri, insomma, i lavori di ristrutturazione alla Torre Civica possono cominciare in qualsiasi momento, fondi permettendo ovviamente. E l’auspicio del procuratore Amato riguarda proprio la rinascita del simbolo stesso della città che e, in particolare, la realizzazione del nuovo impianto elettrico. Se per l’incendio non sono state individuate responsabilità, infatti, è pur sempre evidente che tutto abbia avuto origine dal quadro elettrico. Per questo, Amato spera che nella progettazione del nuovo impianto si tenga conto di questo aspetto e degli elementi emersi durante le indagini. L’incendio della torre, scoppiato nella mattinata del 4 agosto, era stato definitivamente domato solo un paio di giorni dopo, al termine di operazioni difficili e pericolose dai vigili del fuoco con grande perizia. Le fiamme e le temperature altissime sviluppatesi tra le storiche mura della torre avevano fin dall’inizio impedito un intervento con il consueto modus operandi. La campana, che era caduta sfondando i solai in legno, era stata successivamente recuperata e portata via, passando dalla cella campanaria, con un’operazione seguita da centinaia di trentini e turisti. Ora tutti si aspettano che l’edificio torni presto all’antico splendore.

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