ROVERETO

Robol: «Pronta a candidarmi a sindaco»

La segretaria del Pd: «La coalizione non c’è più, con due blocchi di centrosinistra perdiamo la città. In campo per unire»


di Chiara Bert


TRENTO. «Do la disponibilità a candidarmi a sindaco di Rovereto». Quella che fino a ieri era l’accusa che una parte del Pd muoveva a Giulia Robol («Sta tramando per far fuori Miorandi»), oggi è una mossa a sorpresa che la segretaria del Pd, e assessora comunale, lancia in zona Cesarini. «So di rischiare tutto, ma il centrosinistra non può perdere la città di Rovereto. E invece oggi questo rischio c’è tutto». Una bomba che esplode nel giorno in cui Francesco Valduga ufficializza la sua candidatura a sindaco di una coalizione composta da Civici, Verdi e dissidenti Upt. E una bomba sul Pd e sul sindaco uscente Andrea Miorandi.

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Robol, non è una discesa in campo fuori tempo massimo?

Ho la sensazione che a Rovereto probabilmente si perda e che la coalizione non c’è più. E nel momento in cui si perde la città, io da roveretana e da segretaria del Pd perdo le elezioni amministrative.

Il centrosinistra autonomista aveva trovato una difficile ricomposizione su Miorandi sindaco. Perché è convinta che andreste alla sconfitta?

La novità di oggi, data dal vostro giornale, è la candidatura a sindaco di Francesco Valduga e la composizione di un blocco alternativo a noi, però di centrosinistra. A Rovereto si confronterebbero due centrosinistra, e questo succede perché noi non siamo stati capaci di comporre una coalizione che avesse la voglia di stare insieme su un progetto di rilancio della città.

Cosa è mancato?

Si è tentato, la mia posizione l’ho detta in più di un’occasione perché percepivo che si stava forzando la mano. Si sono ricompattati i tre partiti, Pd, Upt e Patt, ma con uno sfarinamento che è percepibile ed è sotto gli occhi di tutti.

Cosa cambierebbe con la sua candidatura?

C’è un progetto politico piuttosto stanco ed è evidente che c’è una tensione non molto favorevole al nostro interno per avere le forze di affrontare la campagna elettorale con il dovuto slancio in un progetto di continuità ma anche di rilancio della città. Io penso che a Rovereto se il centrosinistra non decolla con un Pd asse portante della coalizione, la scommessa è persa.

Non pensa che questa sua scelta rischia di far implodere il Pd che ha sostenuto Miorandi?

Ne sono cosciente e mi assumo il rischio. A me interessa un ragionamento sul Pd che stiamo facendo a livello provinciale e lo faccio a maggior ragione su Rovereto. La gestione di questo periodo è stata molto muscolare, non capace di comprendere le sensibilità degli altri partiti.

Qual è la responsabilità del sindaco Miorandi?

Secondo me il sindaco ha subito e basta. Io parlo della conduzione politica del Pd di Rovereto e del segretario Lorandi, che ha creato tensioni con gli altri partiti ma anche nei miei confronti.

Si è sentita sconfessata quando Lorandi ha detto che essere ricandidati non garantisce la riconferma in giunta?

A me piacerebbe che il Pd esprimesse sulla città un’apertura. Da questo punto di vista, pur sapendo che la mia è una scelta che può essere considerata fuori tempo massimo, ho la preoccupazione che si stia distruggendo molto del percorso fatto negli ultimi cinque anni. Mi chiedo se la disponibilità mia a scendere in campo, giocandomi tutta la responsabilità del ruolo che mi porto, può essere vista come un valore non solo dagli altri partiti ma anche dal mio.

Ne ha parlato con qualcuno, del suo partito e gli alleati?

No. La mia disponibilità non è stata sondata. Questa è una cosa che faccio sparigliando. La mia speranza, il senso della mia disponibilità, è che questo rappresenti un motivo di aggregazione di tutte le forze di centrosinistra. E di riappacificazione della città.

Lei è assessore della giunta Miorandi. Cosa non ha funzionato in questi cinque anni? Perché quello che sembrava l’avvio di un progetto politico con Miorandi sindaco oggi non lo è più?

Il problema non è legato tanto a Miorandi ma all’incapacità di fare un ragionamento condiviso con gli alleati. Valduga vinse con un progetto civico contro Maffei. In questi cinque anni, con questa area civica non ci sono state le condizioni per rientrare in uno stesso perimetro. Non dò delle responsabilità, ma molte di queste sono persone rappresentano pezzi di città importanti e si riconoscono nel centrosinistra.

Se la ricomposizione che lei auspica non andrà a buon fine, lei cosa farà?

Per la decisione che ho preso rispetto alla scelta del candidato sindaco, è ovvio che non posso più far parte del progetto di Miorandi. Io oggi do la disponibilità a candidarmi a sindaco, se non viene raccolta è evidente che io non mi candido alternativamente perché non ci sono più le condizioni per poterlo fare. Si è affermata una gestione non imputabile al sindaco ma alla conduzione del Pd locale, e questo è emerso in più di una dichiarazione che mi è stata riservata da parte del segretario Lorandi. Io scommetto su Rovereto e scommetto sul rilancio del Pd. Io vorrei un Partito democratico più trasversale e capace di intercettare culture diverse. La mia non è una critica personale, è politica. Io non voglio perdere la città di Rovereto e ne avverto tutti i rischi.













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