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Risse sugli autobus, autisti in rivolta: stato di agitazione

Presa di posizione della Uil per i lavoratori di Rovereto. «Vogliamo più sicurezza, soprattutto negli orari notturni»



ROVERETO. «Non possiamo più nasconderci dietro ad un dito. Il problema è reale. Chi lo nega significa che non è mai salito su un autobus, soprattutto di notte». Nicola Petrolli, segretario generale di Uil Trasporti del Trentino, usa queste parole per annunciare lo stato d'agitazione del personale urbano di Trentino Trasporti, a Rovereto. La protesta insomma continua, ed ancora con le stesse richieste: «garantire la sicurezza per gli autisti». Ed il rischio è che si possa arrivare anche ad uno sciopero dei lavoratori.

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rissa di inizio ottobre, sull'autobus notturno, in rientro dalla Ganzega di Mori. Un fatto che aveva avuto grande rilevanza mediatica, soprattutto per un video-testimonianza, condiviso su Facebook. Ma secondo Petrolli il motivo dell'alzata di scudi degli autisti non si limita a questo. Segnala un più generale senso di precarietà, la sensazione di non sentirsi sicuri sul proprio posto di lavoro. Anche per piccoli episodi che non escono sui giornali, ma che comunque fanno parte della quotidianità del lavoro degli autisti, soprattutto in orario notturno. Anche a Rovereto.

«L’azienda sinora non ci ha dato nessuna apertura - lamenta Petrolli - né abbiamo avuto qualche segnale dalla politica».

Il risultato è una nuova forte presa di posizione della Uil Trasporti, ieri, con la proclamazione dello stato d’agitazione del personale urbano di Rovereto: «A seguito dei continui episodi di violenza che si stanno verificando a Rovereto ma anche alle altre sedi del servizio di trasporto pubblico - scrive Petrolli - la Uil Trasporti dichiara lo stato d’agitazione. La procedura verrà estesa in seguito a tutto il personale di Trentino Trasporti se il problema non verrà affrontato con celerità e responsabilità. Questa presa di posizione è dovuta alla tutela della sicurezza dei lavoratori, esposti quotidianamente a episodi che compromettono la loro incolumità».

Ora l’azienda avrà cinque giorni per convocare il sindacato. E quindi per cercare una soluzione. Le richieste avanzate dagli autisti sono molto precise. Innanzitutto, c’è la necessità d’interrompere il contatto diretto con il pubblico - e quindi con eventuali aggressori -, dotando tutti gli autobus della dovuta protezione. Poi si chiederà di collegare il pulsante - già presente ma non attivo - ad una centrale operativa in azienda. In questo modo, gli autisti in potenziale pericolo potrebbero far scattare l’allarme e chiedere aiuto.

«Ci aspettiamo un segnale forte dall’azienda e dalla politica - conclude Petrolli - se non arriverà, faremo un passaggio al Commissariato del governo. Poi sarà sciopero, “senza se e senza ma”. Ci aspettiamo un appoggio anche dalle altre sigle sindacali».(d.e.)













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