Rimesse, un fiume di denaro «sospetto»

Colombia, Santo Domingo e Pakistan gli Stati con i trasferimenti più alti, ma sono le comunità di immigrati meno numerose


di Daniele Peretti


TRENTO. Che annualmente dal Trentino vengano inviati verso la Romania 3 milioni e 558mila euro non è certo una sorpresa, lo sono invece il milione e 738mila euro spediti alla volta della Colombia, come gli 832mila euro che hanno raggiunto la Repubblica Dominicana 748 mila in Ecuador. Le cifre diventano interessanti se rapportate alla popolazione residente delle diverse nazionalità in Trentino e per farlo basta comparare i dati pubblicati nella sezione statistiche della Banca d’Italia, con quelli pubblicati da Cinformi nel rapporto annuale 2014 su “L’immigrazione in Trentino”. Che ci sia un consistente traffico internazionale di denaro, lo si può capire dalla capillarità con la quale si sono diffusi anche in Trentino i Money Transfer per i quali, oltre ai circuiti bancari, a Trento Casse Rurali in testa, ma è un servizio offerto praticamente da tutti gli istituti, ci sono le agenzie – la principale rete è quella di Western Union – che però si divide in mandati principali e di sub agenzia e quindi è impossibile averne un quadro complessivo. Però se gli sportelli sono davvero tanti, vuol dire che la domanda è alta.

Bisogna premettere che prima dell’operazione di trasferimento di denaro, vengono chiesti e registrati documenti, codice fiscale del mittente ed i dati anagrafici del destinatario. Cinformi ha censito i primi venti gruppi di stranieri confermando che la comunità più numerosa è quella romena che incide per il 19,7%. Ma quella colombiana è però composta da 450 persone il che vuol dire o che sono tutti lavoratori ad alto reddito, oppure che quelle rimesse non vengono fatte solo da loro, ma intercettano denaro esterno. La stessa valutazione la si può fare per la Repubblica Dominicana che nemmeno rientra nel gruppo; l’Ecuador incide per l’ 1%. Interessante anche il rapporto per il Pakistan: 2459 residenti per una rimessa complessiva di 2 milioni e 327mila euro: uno sproposito considerando anche le occupazioni che normalmente si vedono svolgere dai pakistani che non sembrano certo vivere nell’oro. Però che verso il Pakistan vengano inviati quasi il doppio di euro rispetto all’Albania (1 milione 435 euro per 6998 residenti pari al 13,8% della popolazione straniera) appare perlomeno strano. Invece per quanto riguarda gli Stati a rischio terrorismo, in Trentino non si registrano le situazioni anomale presenti in altre città italiane. Infatti verso gli Emirati Arabi, Qatar, Kuwait e Arabia Saudita vengono spedite poche centinaia di euro.

Per quanto riguarda gli stati nord africani è il Marocco, terza comunità in provincia, al primo posto con rimesse per 2 milioni e 213 mila euro, al secondo la Tunisia con 904 mila euro da rapportare ai 658 residenti, mentre è del tutto insignificante il dato che riguarda l’Algeria. La comunità cinese occupa un posto significativo nella realtà economica provinciale, ma evidentemente o non vengono utilizzati questi circuiti per il trasferimento di denaro, oppure i loro guadagni parrebbero in gran parte localmente rinvestititi. Infatti i 1184 cinesi residenti rimettono 545 mila euro. Tra le altre anomalie il Bangladesh con 938 mila euro inviati, ma con una presenza statisticamente insignificante in Trentino; alla pari sia di quella filippina che però muove 748 mila euro che dello Sri Lanka, dove vanno 487 mila. I dati forniti dalla Banca d’Italia si riferiscono alle rimesse tra persone fisiche “senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario e sono relativi alle banche, alle poste, agli istituti di moneta elettronica e a quegli istituti di pagamento che prestano il servizio di rimessa in denaro”.

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