Rimborsi, nelle casse Pd 416 mila euro in 5 anni E 1,3 milioni dagli eletti

I costi dell’ultima campagna elettorale: 240 mila euro i Democratici, il doppio del Patt. Progetto Trentino a 80 mila, la Lega a 60. Il record del M5S: solo 5 mila


di Chiara Bert


TRENTO. In 5 anni, dal 2008 al 2012, nelle casse del Partito democratico trentino sono arrivati 416 mila 600 euro di contributi elettorali dallo Stato, quasi tutti a titolo di rimborso per la campagna elettorale delle provinciali del 2008. In quello stesso anno i soldi da Roma sono stati 115.772 euro, che in realtà erano gli ultimi contributi versati agli allora Ds e Margherita per le provinciali del 2003 e le politiche 2006, poi girati al neonato Pd. Dal 2009 in poi, invece, sono cominciate le tranche di rimborsi per le provinciali 2008, nell’ordine di oltre 80 mila euro all’anno con una punta di 89 mila nel 2010. Fino al 2012, quando, a seguito dell’entrata in vigore della legge voluta dal governo Monti, i contributi ai partiti sono stati dimezzati: e così la rata si è improvvisamente ridotta del 50%, e nel 2012 sono arrivati «solo» 43.275 euro.

Nello stesso periodo, il Pd trentino ha incassato qualcosa come 1,3 milioni dai contributi versati dai propri amministratori e parlamentari: una media di 270 mila euro all’anno. I maggiori contribuenti sono gli amministratori provinciali: i consiglieri versano poco più di 1000 euro al mese, circa 12 mila euro all’anno (Mattia Civico ne ha versati 15.360 nel 2012), così come i parlamentari (per il 2012 l’ex onorevole Laura Froner); attorno ai 20 mila euro gli assessori (Marta Dalmaso e Alessandro Olivi), 24 mila euro l’allora vicepresidente della giunta (poi presidente reggente) Alberto Pacher e il presidente del consiglio Bruno Dorigatti. Infine i comunali: si va dai 6.960 euro del sindaco di Trento Andreatta ai 2760 degli assessori (ma c’è chi ha versato di più, Violetta Plotegher 6 mila, Luisa Filippi a Rovereto 4000), fino ai 1200 euro dei presidenti di circoscrizione e ai 600 dei consiglieri comunali.

Tutte informazioni facilmente acquisibili, nel caso del Pd, unico partito a pubblicare da anni i propri bilanci sul sito internet. Per la campagna delle ultime provinciali del 27 ottobre il Pd ha speso - come partito - circa 240 mila euro, il doppio del Patt, tanto per fare un esempio, che rivendica di averla interamente autopagata «con un conto apposito finanziato dai consiglieri»: «Per ottenere i rimborsi - spiega il presidente Walter Kaswalder - abbiamo dovuto certificare il bilancio, e solo questo ci è costato 7-8 mila euro».

La Lega per la campagna elettorale si è fermata tra i 50 e i 60 mila euro e Progetto Trentino, al suo debutto elettorale, viaggia sugli 80 mila. Il record, neanche a dirlo, spetta ai 5 Stelle che della campagna low cost hanno fatto un vanto: solo 5 mila euro. E adesso incalzano gli altri gruppi del consiglio provinciale: «Rinunciate anche voi ai rimborsi e dimezzatevi l’indennità». Nelle scorse settimane i vari partiti hanno spedito a Roma, alla presidente della Camera, la richiesta di rimborso che nel caso di partiti nazionali parte direttamente dal livello centrale. Il Pd poi gira il contributo alla sede locale, nel caso della Lega il livello federale tiene invece i rimborsi per sè e versa alle sedi locali contributi ad hoc secondo le necessità. «Noi - ricorda il segretario Maurizio Fugatti - versiamo 2 mila euro al mese al partito, la nostra attività è autofinanziata. Sbagliato rincorrere i grillini su questo terreno, abbiamo letto che anche qualcuno di loro in val di Susa si è comperato le maschere antigas con soldi pubblici. Ma se arrivasse in consiglio una proposta per ridurre ancora le indennità noi siamo disponibilissimi».

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