Riforma elettorale: sulla strada di Renzi spunta il Nicolettum

Il disegno di legge del deputato trentino raccoglie consensi «È il sistema del sindaco d’Italia, il più vicino ai cittadini»


di Paolo Morando


TRENTO. E se dopo Porcellum e Mattarellum ci ritrovassimo ad andare a votare con il “Nicolettum”? Lui, Michele Nicoletti, accenna un sorriso. Ma ricorda un po’ maliziosamente che mesi fa, quando depositò alla Camera il suo disegno di legge di riforma elettorale, ci fu invece chi lo ribattezzò “Renzellum”. Già, perché lo spirito e i meccanismi che animano la proposta del deputato trentino del Pd sono perfettamente in linea con quell’idea del “sindaco d’Italia” a lungo propugnata da Matteo Renzi. Che però ora sembra più pencolante verso altre ipotesi, come il sistema spagnolo o un Mattarellum corretto. Non a caso quelle meno gradite al Nuovo centrodestra di Alfano. Con l’effetto, e qui sta il punto attorno a cui ruotano in queste ore le grandi manovre romane, di indebolire la tenuta del governo Letta. E così può accadere che Repubblica, nell’edizione di ieri, gratifichi Nicoletti e il suo ddl con tanto di foto. Ma, appunto, sotto a un titolo che annuncia battaglia: «Mossa anti-Matteo della minoranza dem - “Pronti a sostenere il sindaco d’Italia”».

È così, Nicoletti? Ma il suo disegno di legge non è dello scorso maggio, quando Alfano stava ancora nel Pdl?

Già, in tempi non sospetti. Il che dovrebbe essere sufficiente per far capire che la mia proposta che non ha nulla a che vedere con le manovre di questi giorni.

Come nasce questa proposta?

Si tratta di un ddl presentato come legge di salvaguardia per anticipare il pronunciamento della Corte costituzionale, in maniera tale a consentire di incidere rapidamente ma in modo sostanziale sul Porcellum. E poter così votare subito in una eventuale situazione ci emergenza. Quindi, come vede, è doppiamente buffo che ora venga visto come un disegno di legge salva governo.

Il doppio turno di coalizione è il fulcro della sua ipotesi di riforma, con lo scopo di garantire maggioranze certe e stabili. In che termini?

Naturalmente il meccanismo può funzionare al 100% solo se parallelamente si modifica il sistema del bicameralismo perfetto. Altrimenti può esservi una remota possibilità che si creino maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. Ma il problema è superato in caso di Senato delle Regioni e di fiducia al governo da parte della sola Camera.

Chi sostiene il suo disegno di legge?

Quando è stato presentato, ha raccolto il consenso di deputati del Pd appartenenti a tutte le tendenze e le sensibilità. Ma ricordo anche un deputato di Sel. I termini ella discussione sono cambiati in seguito all’apertura sul mio testo da parte del Nuovo centrodestra di Alfano, nato nel frattempo, che lo ha di fatto indicato come testo base della discussione. Ma, appunto, chiedendo parallelamente di avviare la revisione costituzionale sul superamento del bicameralismo perfetto. E così qualcuno ha temuto che questa convergenza significasse allungare i tempi.

Sul nuovo Senato delle Regioni sembrano però d’accordo tutti i partiti. O no?

Di per sé non sarebbe un problema, ma d’altra parte siamo tutti consapevoli che già e difficile fare una legge elettorale, se poi ci si mette anche il superamento del Senato tutto rischia di spostarsi più avanti. Mentre il tema è urgente.

In questi mesi è cambiato l’atteggiamento di chiusura di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle rispetto al suo testo?

Al di fuori della maggioranza, quei due partiti e anche Sel propendono per il Mattarellum, poiché ritengono che il doppio turno che io ho proposto li penalizzi. Ma secondo me si sbagliano. Sel peraltro appare almeno in parte disponibile a discuterne.

E nell’ambito della maggioranza, al di là dell’ok di Alfano?

Scelta civica e i Popolari per l’Italia lavorano a un modello simile. Altre forze minori, ad esempio la Svp, sono ampiamente garantite dal meccanismo che ho proposto. Tutto comunque dipenderà dalle motivazioni della Consulta relative alla sentenza sul Porcellum: lì si capirà in che misura ci si potrà spingere in direzione di altri modelli. Il mio testo risponde all obiezioni della Consulta e quindi mi sento tranquillo, mentre il sistema ispanico e il Mattarellum corretto potrebbero trovarsi esposti a serie obiezioni.

Sta insomma dicendo che l’attuale dibattito, comprese le ipotesi di dialogo tra Renzi e Berlusconi, potrebbe rivelarsi del tutto inutile?

Il rischio c’è. E infatti la Commissione affari costituzionali della Camera ha deciso di proseguire le audizioni proprio in attesa delle motivazioni della Consulta.

Quando dovrebbero arrivare?

Sono previste per il 15 o il 16 gennaio, al massimo un paio i giorni più in là. Ormai ci siamo.

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