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Riforma aggirata: aumenta l’indennità

Il tetto dovrebbe essere lo stipendio del sindaco di Trento ma l’ipotesi è di fare la media con Bolzano: 6 mila euro netti


di Chiara Bert


TRENTO. Sorpresa: la scure che la riforma costituzionale Renzi-Boschi doveva calare sulle indennità dei consiglieri regionali, in Trentino potrebbe non funzionare. Anzi, il risultato finale potrebbe essere un clamoroso aumento degli emolumenti di circa 500 euro netti al mese.

Possibile? Possibile. Per capire bisogna cominciare dall’inizio. L’articolo 35 del disegno di legge costituzionale prevede che gli emolumenti dei componenti degli organi regionali stiano «nel limite dell'importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione». Per i consiglieri del Trentino Alto Adige il riferimento dovrebbe dunque essere l’indennità del sindaco di Trento, che è capoluogo di Provincia e di Regione. Alessandro Andreatta guadagna 8771 euro lordi al mese, circa 5 mila euro netti. L’indennità dei consiglieri regionali è di 9900 euro lordi (in cui rientrano 700 euro netti di rimborso spese forfettario), ovvero circa 5500 euro netti al mese. La differenza dell’indennità è dunque di 500 euro al mese, anche se i consiglieri regionali hanno a disposizione ulteriori 750 euro netti di rimborsi per spese documentate per l’esercizio del mandato, trasferte, autostrada, treni, parcheggi, pasti.

Se passasse il sì al referendum costituzionale, le indennità dei consiglieri dovrebbero dunque essere ritoccate al ribasso. Ma c’è un però. Il discorso cambia se invece di Trento, si considera Bolzano, capoluogo di Provincia, dove il sindaco guadagna ben 12.380 euro lordi al mese. E dunque?

Dunque i consiglieri sono per l’appunto regionali, e devono percepire la stessa cifra. L’interpretazione che sta venendo avanti negli uffici regionali, e che è stata comunicata anche all’Ufficio di presidenza del consiglio, è che si potrebbe fare una media tra i sindaci di Trento e Bolzano. Risultato: l’indennità schizzerebbe a 10.575 euro lordi, 6 mila netti. Circa 500 euro in più di quanto i consiglieri guadagnano oggi, dopo la riforma del 2014 che ha dovuto recepire il tetto fissato dal governo Monti (11.100 euro lordi omnicomprensivi). Ecco come annullare la scure della riforma.

Una soluzione accolta tra lo stupore e il sollievo. Ma Giacomo Bezzi, consigliere di Forza Italia, va all’attacco della maggioranza e del Pd: «Altro che taglio ai costi della politica sbandierati da Renzi, la verità è se vinceranno i sì al referendum, come vuole il Pd, in Trentino Alto Adige i costi aumenteranno per aumentare la paga dei consiglieri. Un motivo in più per votare no a questa pessima riforma». E mentre sulla riforma dei vitalizi la parola finale spetterà ai giudici, con tempi che si annunciano molto lunghi, sulle (contestate) indennità la palla torna ai consiglieri.













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