Rifiuti hi-tech, raccolta record

I trentini a quota 7 chili a testa. Ai vertici su scala nazionale


Alessandro Maranesi


TRENTO. Trentini tra i più virtuosi d'Italia nella raccolta dei rifiuti detti Raee, in pratica le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Già, perché se nel resto del Paese ciascun cittadino ogni anno conferisce a negozianti e centri di raccolta poco più di 4 chili a testa di immondizia elettronica, in Trentino questa quota arriva alla bellezza di 7,19 chilogrammi, per un totale, nel 2010 di quasi 4 mila tonnellate.  «Merito dell'organizzazione capillare dei centri raccolta, che sono 130, ma anche della sensibilità dei cittadini che evitano gli "effetti rampa", ovvero l'abbandono di rifiuti lungo gli accessi ad autostrade e tangenziali» ha spiegato l'assessore all'ambiente Alberto Pacher.

Del resto, il mondo di questo genere di rifiuti vale il 5% del totale ma arriverà, secondo Fabrizio Longoni, direttore del Centro di coordinamento nazionale Raee, fino all'8%. Dentro c'è di tutto: dai frigoriferi alle lampadine. «Quest'ultimo è l'unico bene in cui il Trentino deve migliorare - ha chiarito Longoni - perché i 15mila chili raccolti sono troppo pochi, considerando le sostanze tossiche che contengono le nuove lampadine long-life».  Anche perché lo smaltimento di questi rifiuti è del tutto gratuito: «Se si va in un negozio ad acquistare un qualsiasi bene elettrico ed elettronico quello sostituito dev'essere ritirato dall'esercente. Se semplicemente si vuole sbarazzarsene in Trentino ci sono 130 centri nei comuni organizzati per questo compito» chiarisce Longoni. Il tutto ha dei vantaggi anche economici: «Negli elettrodomestici sono contenuti spesso materiali nobili e costosi, che rendono vecchi forni e cellulari delle vere e proprie piccole miniere da cui estrarre materiali». E però non tutto viene ancora raccolto neanche in Trentino: sui 15 chili di beni elettronici venduti, solo 7 vengono poi recuperati. I motivi? «Tanti. Un po'per la lunga vita di questi beni, un po'per il riuso, spesso perché certi beni non vengono gettati» spiegano dal Servizio rifiuti della Provincia. E, in effetti, chi è che non ha almeno un vecchio telefono cellulare "pensionato" nella credenza del salotto?

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