Riconversione della Pasina senza più umido e puzze

Secondo un progetto l’impianto di compostaggio (unico in Trentino) potrebbe chiudere definitivamente. Vertice tra Comune, Provincia e la ditta


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. L’impianto di compostaggio della Pasina al Navicello, unico in tutta la Provincia, potrebbe chiudere definitivamente. L’impianto sarebbe così riconvertito in un centro di riciclaggio di materiale che non crea problemi di inquinamento olfattivo (gli odori nausabondi che di tanto in tanto ancora adesso ammorbano l’aria della città) al centro di proteste e di guai con la giustizia per i titolari della ditta. Questo è quanto prevederebbe un progetto della stessa Pasina che a questo punto direbbe addio al trattamento dell’umido per dedicarsi invece al riciclaggio di prodotti più “puliti” o quanto meno non puzzolenti.

La questione è stata al centro di un vertice che ha visto ieri riuniti attorno ad un tavolo il Comune, la Provincia (rispettivamente con gli assessori all’ambiente Gianpaolo Daicampi ed Alberto Pacher con i loro tecnici) e i titolari della Pasina. Un vertice per ragionare su un progetto di riqualificazione aziendale che non porti alla chiusura della ditta ma ad una riconversione. D’altro canto il sindaco Andrea Miorandi, nei momenti più caldi della polemica sulle emissioni odorose, aveva ribadito che «la nostra è una guerra agli odori e non alla Pasina: dobbiamo pensare di alleggerire il carico ambientale (eliminare le puzze, tanto per intendersi) senza però compromettere l’occupazione». In sintesi: «basta puzza e più buoni progetti».

Sarà davvero così il futuro dell’area del Navicello almeno per quanto riguarda la Pasina? «Lo abbiamo sempre sostenuto: vogliamo eliminare il problema odorigeno - afferma Gianpaolo Daicampi - e non chiudere la Pasina. Il biodigestore che verrà costruito in zona dalla Provincia, pur trattando l’umido, non farà odori. Mi sembra che anche dall’incontro sia emersa la buona volontà di tutti i soggetti di lavorare per lo stesso obiettivo come aveva chiesto anche il consiglio comunale che con una mozione con la quale si chiedeva una razionalizzazione aziendale pur salvaguardando i posti di lavoro. Al momento - continua ancora il responsabile all’ambiente del Comune - ancora presto per arrivare ad una soluzione definitiva, ma possiamo dire di essere sulla buona strada. Il tavolo di confronto proseguirà con nuovi incontri con l’impegno e la volontà di tutti di lavorare per salvaguardare l’ambiente senza emissione moleste».

Se la Pasina dovesser chiudere l’impianto di compostaggio, tutta la Provincia rimarrebbe senza un centro di trattamento dell’umido. In realtà il materiale conferito al Navicello ora è poca cosa rispetto a quanto veniva portato negli anni scorsi visto che la Comunità di Valle da gennaio ha firmato un contratto con la Sesa Spa di Ferrara mentre da Rovereto l’umido finisce in Veneto per il trattamento. In realtà la Pasina nel luglio del 2011 aveva vinto la gara d’appalto per un breve periodo scaduto il quale la Comunità di Valle aveva scelto un’altra strada, quella di Ferrara appunto. Anche perché, si era detto, la Pasina non avrebbe ottemperato a quelle prescrizioni che avrebbero permesso di adeguare l’impianto se non ai nasi dei roveretani agli standard ritenuti accettabili da Comune e Provincia. Provincia che ora proprio nella zona del Navicello ha avviato i lavori per la costruzione del biodigestore per un impianto in grado di trattale 5000 tonnellate di rifiuti l’anno (la frazione umida di Rovereto) e sarà integrato nel depuratore con il quale lavorerà in sinergia.

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