Reddito di garanzia arriva il tetto a 950 euro

L’assessore Rossi: «Così si limita il rischio di cadere nell’assistenzialismo» Il budget della Provincia cresce di 763 mila euro, novità per le partite Iva



TRENTO. La Provincia fissa a 950 euro a famiglia il tetto per il reddito di garanzia, la misura introdotta nel 2009 - unico caso in Italia - per sostenere chi si trova sotto la soglia di povertà, che è stabilita in 6.500 euro all'anno. La novità è stata inserita nella delibera che l’assessore alle politiche sociali Ugo Rossi ha presentato ieri alla quarta commissione del consiglio provinciale. La soglia massima di 950 euro, ha spiegato Rossi, è «una cifra un po’ inferiore alla paga di un operaio, per limitare il rischio di cadere nell’assistenzialismo». Fino a oggi, infatti, non esisteva un tetto e poteva dunque accadere che famiglie numerose con tanti figli a carico ricevessero un contributo anche superiore.

In media l’assegno per il reddito di garanzia - che può durare 16 mesi nell’arco di 36 mesi - è di 400 euro mensili. La Provincia, ha ricordato l’assessore, spende per questa misura di sostegno 19 milioni di euro all’anno, a cui si aggiungono altri 2 milioni per quello che riguarda le emergenze sociali. Con un’altra delibera presentata ieri, la Provincia aumenterà il budget di 763 mila euro, attingendo dal fondo di riserva. Sarà inoltre ripensata la distribuzione territoriale delle risorse: per quanto riguarda la parte sociale del reddito di garanzia (quello concesso dagli assistenti sociali) ci sono Comunità di valle che hanno chiesto più soldi per far fronte alle necessità e altre che non hanno utilizzato i fondi. Ci sono degli squilibri - ha evidenziato Rossi - tra valli turistiche più ricche e territori industriali dove la povertà è più evidente. Inoltre, ha concluso, «i fondi andranno utilizzati meglio per far entrare nel reddito di garanzia anziani, pensionati ed esodati». Per Franco Ianeselli (Cgil) «il tetto di 950 euro è condivisibile ed è importante utilizzare le risorse eccedenti per particolari situazioni di bisogno». Infine, attuando quanto previsto dall’ultima Finanziaria, il reddito di garanzia viene facilitato per i lavoratori a partita Iva: se finora l’Icef veniva attualizzato all’anno in corso solo se il lavoratore chiudeva la partita Iva, con la nuova norma sarà esteso anche a chi lascia la partita Iva «silente», ovvero non la utilizza.

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