Rapporto Unioncamere: in Trentino bassa propensione all'export e pochi consumi interni

I consumi finali interni sono inferiori alla media italiana e sensibilmente più bassi dell'Alto Adige e del Nord Est, così come gli investimenti stentano a tornare ai livelli del triennio 2006-2008



TRENTO. Il Trentino presenta ancora una bassa propensione all'export: il rapporto tra esportazioni e valore aggiunto è inferiore di oltre 10 punti percentuali rispetto al Nord Est e il Nord Ovest. Tuttavia nel 2010 l'export provinciale ha evidenziato una crescita consistente, anche se complessivamente inferiore alla provincia di Bolzano.

E' tra i dati emersi nella nona Giornata dell'economia, organizzata annualmente da Unioncamere dal 2003. Il recupero dalla crisi sembra essere alimentato principalmente dalla ripresa delle esportazioni e dalle imprese che operano nei settori più aperti al commercio internazionale e quelle di più grandi dimensioni, mentre quelle piccole, con meno di dieci addetti, mostrano ancora segni di sofferenza.

Dal 2001, a quanto è stato riportato, l'export trentino si è modificato sia per i Paesi di destinazione che per la natura delle merci esportate. Nei confronti della Cina le esportazioni sono cresciute del 364%, anche se i primi cinque Paesi di destinazione sono rimasti invariati e nel'ordine: Germania, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Austria.

I prodotti del settore metalmeccanico ed elettronico rappresentano la fetta più consistente e incidono per oltre il 42% sul valore dei beni esportati. Cresce con minore intensità il settore alimentare, soprattutto vino e spumanti, diminuisce invece la rilevanza dei prodotti del legno e della carta. Nel corso dell'ultimo decennio l'esportazione di prodotti trentini esportati, specializzati e a elevato contenuto tecnologico, è passata dal 40% al 45%, con cinque punti percentuali in più rispetto all'Alto Adige.

Questa tendenza alla commercializzazione all'estero di prodotti specializzati ''rappresenta la migliore risposta della provincia di Trento alla perdita di competitività internazionale'' ha commentato nel suo report il presidente della Camera di commercio di Trento, Adriano Dalpez, che ha anche sottolineato come ''la quota export sia l'elemento imprescindibile per la crescita locale''.

I consumi finali interni sono inferiori alla media italiana e sensibilmente più bassi dell'Alto Adige e del Nord Est, così come gli investimenti stentano a tornare ai livelli del triennio 2006-2008. Sul lato delle imprese infatti l'economia provinciale registra un saldo negativo tra imprese registrate e cessate.

In controtendenza con l'Alto Adige e l'Italia, in Trentino, rispetto al 2005, le imprese registrate sono diminuite dello 0,8%, mentre in provincia di Bolzano sono cresciute dell'1% e in Italia dello 0,6%. In termini assoluti i saldi maggiormente negativi hanno interessato i settori dell'agricoltura e del commercio al dettaglio, mentre i tassi positivi hanno riguardato il settore dei mezzi di trasporto e delle telecomunicazioni. Le ditte individuali rimangono stabili al 64%.













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