la protesta

«Qui la sera è il Bronx, abbiamo paura»

Tra i commercianti di Largo Carducci dopo gli ultimi violenti episodi: «Pochi giorni fa si sono picchiati a sangue in strada»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Ormai questo è diventato un bronx. Sono quasi quarant’anni che lavoriamo qui e non avevamo mai avuto paura prima. Adesso invece ce l’abbiamo». Giuliana Bonvecchio e Romano Bebber gestiscono il negozio di fiori Florart di Largo Carducci e in queste ultime due settimane hanno assistito a una vera e propria escalation di violenza. Quello di venerdì notte, con un giovane professionista colpito al collo con un coccio di bottiglia per un’avance di troppo, è solo l’ultimo di una serie di episodi violenti che hanno avuto per palcoscenico il centro e, in particolare, le strade tra via Dordi, via Mantova e Largo Carducci. La settimana prima c’era stata la devastazione del negozio Lush e, come raccontano Giuliana e Romano, un episodio ancora più brutto, ma non ancora venuto alla luce: «Lunedì sera c’è stato un vero e proprio pestaggio a sangue, proprio all’angolo con via Mantova. Verso le 22,30. Noi stavamo ancora in negozio. Due uomini che sembravano dell’est sono usciti dal bar senza dire una parola e poi si sono picchiati. O meglio uno ha picchiato senza tregua. Ha smesso solo quando siamo usciti dal negozio per vedere quello che stava succedendo. Quello aggredito vomitava sangue. Ci sono ancora le tracce sul marciapiede e per sui sampietrini, per strada. L’altro è rientrato nel bar come se niente fosse e stirava anche le mani, come riprendersi dopo i pugni che aveva sferrato». In effetti ci sono ancora vistose tracce di sangue proprio sotto la locandina dei cinema.

Ma chi lavora in questa zona dice che nelle ultime due settimane è stato un continuo. Anche Fabio Leali, contitolare dell’Enoteca Grado 12, spiega che la zona è diventata particolarmente calda: «Ormai aggressioni e violenze accadono sempre più spesse. Noi di sera siamo chiusi, ma questa zona è sempre meno vivibile da quando è stato chiuso l’uncino di via Roggia Grande. Da allora, questa sta diventando terra di nessuno. Prima, quando c’era il passaggio anche di auto, non c’erano balordi. Adesso, invece ce ne sono sempre di più. Per non parlare del lavoro che è diminuito».

Romano Bebber insiste: «Fino a quando via Roggia Grande era aperta, c’era passaggio di gente a tutte le ore e questo rendeva la zona più sicura. Adesso, invece, la sera diventa pericolosa. Nella galleria qui a fianco, dove c’era la Posada, hanno dovuto mettere le cancellate perché altrimenti i balordi entravano a rubare. Poi c’erano persone a dormire e sono state anche trovate delle siringhe. Il fatto è che minor passaggio di persone ha attirato malintenzionati».

Giuliana Bonvecchio rincara la dose: «L’altro giorno sono entrati cinque o sei zingari dal tabaccaio qui a fianco e c’era una ragazza da sola. Romano è dovuto andare a sorvegliare perché sennò c’era il rischio che avrebbero rubato di tutto. Ormai in questa zona abbiamo paura e non era mai successo prima. Dicono che Trento è una città sicura, ma da qui non si direbbe proprio. Soprattutto di sera abbiamo paura».

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