Quattro scialpinisti morti ma nessun colpevole

La Procura di Bolzano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sull’incidente che costò la vita alla guida Mauro Giovanazzi e al commerciante Marco Gius



TRENTO. Era il giorno di Pasquetta di un anno fa. Il primo aprile 2013. Una giornata che doveva essere di festa. Sulle nevi di Punta Beltovo, nel gruppo dell’Ortles in Alto Adige. c’erano ancora alcune comitive che si godevano le ultime nevi con escursioni scialpinistiche. C’erano anche gli allievi del liceo della montagna di Tione accompagnati da alcuni istruttori e un papà trentino con due figli.

A un tratto una valanga travolse gli scialpinisti uccidendo quattro persone. Tra queste la guida alpina di Povo Mauro Giovanazzi, 50 anni che era uno degli istruttori che accompagnava gli studenti del liceo della montagna in una prova pratica, e il commerciante trentino Marco Gius, 60 anni, titolare di due noti negozi biologici, l’Origine e Naturasì. Morirono anche due cittadini tedeschi, Volker Klar, 41 anni, e Chritoph Remenyi, 31 anni, il cui corpo venne trovato solo tre mesi dopo. Alcuni testimoni dissero che la valanga si era staccata dopo il passaggio di altri scialpinisti che avevano tagliato a monte il pendio facendo partire la massa nevosa che poi aveva travolto le comitive più in basso. Per questo motivo la Procura di Bolzano aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Adesso, però, la stessa Procura ha chiesto l’archiviazione delle indagini.

Nel corso dell’inchiesta, gli inquirenti avevano cercato di risalire all’identità dello scialpinista che aveva provocato la valanga, ma non c’è stato modo di individuarlo. L’inchiesta era coordinata dal sostituto procuratore di Bolzano Daniela Pol. Oltre alle testimonianze. c’erano anche sei fotografie che ritraevano lo sciatore che scendeva in solitaria proprio sotto Punta Beltovo. Le fotografie erano state scattate da un turista alla sua fidanzata sul terrazzo della malga vicina allo skilift del Pulpito.

Involontariamente il turista che stava fotografando la fidanzata aveva anche ritratto lo sciatore. La Procura aveva anche acquisito tutti i tabulati dello skilift per cercare di individuare quello sciatore. Si è arrivati a 25 sospettati, ma non è stato possibile restringere ulteriormente il campo.

Altra difficoltà stata quella di individuare con assoluta certezza il nesso di causalità tra il comportamento dello sciatore e la valanga. In altre parole, non è stato possibile accertare se la valanga sia stata provocata con sicurezza dallo sciatore che stava scendendo a monte. Di fronte a queste due difficoltà di vario ordine la Procura ha deciso di chiedere l’archiviazione dell’inchiesta. La morte di Giovanazzi e Gius aveva suscitato molto dolore in Trentino. Infatti entrambi erano molto conosciuti e apprezzati.













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