L'OMICIDIO

«Quarta ha ucciso davanti ai suoi figli»

La Procura di Trento ha chiuso le indagini sull’omicidio di Carmela Morlino contestando all’uomo una nuova aggravante


di Paolo Tagliente


TRENTO. A meno di due mese dall’omicidio di Zivignago, la Procura di Trento - nella persona del procuratore Giuseppe Amato e del sostituto Carmine Russo - ha già chiuso le indagini preliminari nei confronti di Marco Quarta, il quarantenne immobiliarista che quella fredda sera di marzo attese la moglie Carmela Morlino davanti alla porta di casa e la uccise con quindici coltellate. E rispetto a quanto detto e scritto in queste settimane, nell’avviso di conclusione delle indagini, c’è una novità: Quarta è accusato di omicidio volontario pluriaggravato e le aggravanti non sono più solo tre, ma quattro. Oltre alla premeditazione, alla crudeltà, all’aver commesso il fatto contro il coniuge, la Procura contesta a Quarta anche l’aggravante d’aver massacrato Carmela davanti agli occhi dei due figlioletti. Particolare, questo, confermato dallo stesso imputato, che peraltro ha negato d’aver premeditato l’omicidio, nel corso dell’interrogatorio svolto nel carcere di Spini di Gardolo il 7 aprile. Al contrario di quanto ricostruito in un primo momento, infatti, la furia di Quarta si sarebbe scatenata sulla moglie quando il bambino e la bambina - arrivati pochi istanti prima in macchina insieme alla mamma - erano ancora presenti. Non sarebbe stata Carmela ad affidare i bimbi ai vicini, quindi, dopo aver visto il marito che l’attendeva sulla porta di casa, ma sarebbero stati proprio i piccoli a chiedere aiuto quando, terrorizzati, hanno visto il papà aggredire come una furia la loro mamma, colpendola con un coltello.

Per quanto riguarda la difesa di Quarta, invece, l’avvocato Luca Pontalti sta valutando le prossime mosse e preferisce non sbilanciarsi, anche se sul rito del processo sembrano esserci davvero pochi dubbi. «Il mio cliente – rivela Pontalti, spiegando di non aver ancora letto gli ultimi atti – ha ammesso tutti i fatti e, alla luce di questo, è quasi certo che chiederemo il rito abbreviato». Il noto legale, intanto, rivela che da circa un mese ha incaricato uno psichiatra di fare visita a Quarta in carcere. «Si tratta di un professionista molto conosciuto – continua il legale – a cui ho chiesto di verificare le condizioni di salute di Marco e, ovviamente, anche le sue condizioni psichiche. In base a quello che mi dirà il professionista, valuterò se chiedere o meno al giudice una perizia psichiatrica che ci possa dire qual era lo stato psichico di Quarta al momento dell’omicidio». Durante l’interrogatorio, l’immobiliarista aveva spiegato di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere la moglie e di aver acquistato qualche giorno prima il coltello poi usato contro Carmela, ma solo per regalarlo ad un amico. Attorno alle 16.30 di quella tragica giornata aveva raggiunto la casa in via Cargadora, a Zivignago, convinto di trovare i suoceri e i figli, come accadeva di solito. Invece, non aveva trovato nessuno e aveva deciso di aspettare. Alle 20.30,era arrivata Carmela con i bimbi e, sempre secondo il racconto dell’omicida, lui le era andato incontro con il coltello in mano, ma solo per spaventarla. Lo scopo era quello di farsi dare i bimbi, di portarli via, anche se non ha saputo dire dove, e di trascorrere qualche ora con loro. Invece, Marco e Carmela avevano subito iniziato a litigare. La luce della ragione s’era spenta e s’era gettato sulla moglie, massacrandola. Minuti di cui Quarta dice di non ricordare nulla. Poi la fuga durata sette giorni e la cattura, a Rovigo.













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