Quando la musica diventa una terapia

Valentina, studentessa in Infermieristica di Campitello, allevia il dolore suonando il sax nelle stanze d’ospedale: «I pazienti si rilassano. E ringraziano»


di Giampaolo Corradini


CAMPITELLO. Valentina Micheluzzi, trentina di Campitello di Fassa, frequenta il secondo anno del corso di laurea in Infermieristica della facoltà di medicina di Bologna e il quinto anno di Saxofono al conservatorio della stessa città: medicina e musica, due passioni che ha trovato il modo di unire. Valentina ha presentato infatti uno studio dal titolo “Gli effetti della musica suonata dal vivo col sax contralto, sul livello del dolore, sullo stato dell’umore, sulla glicemia,sulla saturazione dell’ossigeno e sui parametri vitali”.

«Si tratta di uno studio - esordisce Valentina - che è stato presentato all’unità operativa di oncologia del Policlinico universitario S’Orsola Malpighi, su un campione di 52 pazienti malati di cancro. Ho proposto alle persone del campione di scegliere da una lista di 100 pezzi di musiche molto conosciute quelle che ritenevano in quel momento più adatte a loro. Le musiche le ho eseguite nella loro stanza di degenza, dal vivo, con il saxofono contralto».

Il risultato? «Tutti i pazienti hanno accettato la proposta della presenza di musica suonata dal vivo ed hanno mostrato uno stato di piacevole sorpresa nella possibilità di ascoltare musica live suonata per loro all’interno di una oncologia. Interessante è l’alto valore cha danno i pazienti agli effetti che la musica live può dare alla loro qualità della vita. Molte persone ritengono che la musica live debba entrare nell’assistenza quotidiana, anzi, si stupiscono del contrario».

Valentina pone molta attenzione a quello che è il coinvolgimento del malato e sottolinea come diverse pazienti, durante l’esecuzione, hanno cantato, battuto le mani, tenuto il ritmo con la testa: «Durante l’esecuzione - evidenzia Valentina - diverse persone chiudevano gli occhi e ascoltavano con piacere la musica, altri in pochi secondi, trasformavano la loro espressione di sofferenza in una di tranquillità e piacere. Un gruppo di pazienti si era posizionato con le sedie fuori dalla camera di degenza per ascoltare la musica live che usciva da quella camera. Una paziente, durante l’esecuzione del pezzo “La pantera rosa” ha iniziato a fare i movimenti del personaggio». E ancora: miglioramento del sonno e perfino lettere (dopo l’esperimento) per esortare la giovane fassana a continuare nella sua iniziativa. Una su tutte: «Grazie per aver allietato, anche se per un solo pomeriggio, la mia giornata, in genere sempre uguale e non certo allegra».

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