Trento

Quando Facebook sfascia il matrimonio

Sono sempre di più in Tribunale a Trento le cause di divorzio e separazione a causa di tradimenti nati sui Social network


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Quando il tradimento corre su internet. O meglio, sulle chat di Facebook. L’avvento dei social network ha reso più facili i contatti per i fedifraghi, ma ha anche fatto la felicità degli avvocati divorzisti che ormai si sono trasformati in cyber detective per scovare online le prove dei tradimenti. Negli ultimi anni c’è un vero e proprio boom in Tribunale delle cause di divorzio e separazione dovute a relazioni, più o meno platoniche, nate su Facebook e sugli altri social network. Per scoprire la tresca virtuale è nato un vero e proprio settore informatico.

C’è chi ricorre anche a software speciali che permettono di accedere alle chat di moglie e mariti troppo intraprendenti. C’è ricorre ad altri programmi che permettono di ricostruire la password Facebook del consorte. Infine, c’è chi ricorre a sistemi più tradizionali e aspetta che il coniuge si dimentichi il computer acceso con Facebook aperto.

Però, nella maggiorparte dei casi, tutti questi accorgimenti non sono neanche necessari. Infatti chi usa Facebook, spessissimo, non è neanche a conoscenza delle varie opzioni sulla privacy e lascia aperta la bacheca. Tutti possono vedere chi sono i suoi amici, i commenti che lascia, i like che mette e a quali foto. Ormai la prima cosa che gli avvocati vogliono sapere dai loro clienti che si stanno separando è se il coniuge ha una pagina Facebook. In caso di risposta affermativa, parte subito il consiglio di scandagliare a fondo le varie pagine.

Qualcosa, alla fine si trova sempre e per il traditore, anche solo virtuale, sono guai. In genere, l’obiettivo è quello di ottenere la separazione con addebito al coniuge. Se il giudice dovesse riconoscere l’addebito, il coniuge dovrebbe pagare le spese processuali e non avrebbe diritto a chiedere gli alimenti. Ormai, però, è sempre più difficile che si arrivi fino all’addebito, dal momento che spesso il tradimento viene giustificato con un cambiamento dell’altro coniuge.

L’avvocato Claudio Tasin, che di divorzi e separazioni ne segue molti, spiega che ormai sono sempre di più i matrimoni che finiscono a causa di Facebook: «Ormai i social network sono diventati un modo per uscire dal tran tran quotidiano e dalla propria realtà, che spesso viene considerata noiosa e triste. Sono tantissimi gli uomini e le donne sposati che cercano di conoscere altre persone su Facebook, ma anche sui siti di incontri. In molti casi ci si illude di aver trovato l’anima gemella e si molla tutto. Però spesso è solo un’illusione e si cerca di tornare indietro. I matrimoni naufragati a causa di Facebook sono sempre di più».

Ma questo non accade solo come causa scatenante. Come abbiamo visto, spesso Facebook fornisce anche le prove, come spiega Tasin: «Nella cause di divorzio e separazione valgono come prova anche gli screenshot dei vari profili Facebook. Spesso, basta un like di troppo o un commento non appropriato per dimostrare che c’è qualcosa di più di una semplice amicizia virtuale. In molti casi, intere pagine di Facebook vengono prodotte in causa».

Da notare bene che spesso, per arrivare alla separazione con addebito non è neanche necessario che il tradimento sia stato effettivo. Spesso, è sufficiente avere un atteggiamento che faccia pensare agli altri, amici e conoscenti, che si ha una relazione extraconiugale. Lo sa bene quell’insegnante della Valsugana cui la moglie ha chiesto 10 mila euro di danni.













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