«Qualcosa è cambiato meno gente nei locali» 

L’associazione cinese del Trentino. Inizia a registrarsi della diffidenza nei confronti di chi ha gli occhi a mandorla. Hao: «Sono qui da 14 anni e in Cina ci sono stato una volta sola»



Trento. Non si è arrivati a ciò che è stato documentato a Roma, con alcuni locali pubblici che hanno affisso una sorta di divieto di ingresso per i cinesi, ma anche a Trento l’aria è un po’ cambiata. E se ne rendono conto soprattutto i cinesi che gestiscono un’attività. A dirlo è Hao Hu, cinesi di nascita, in Trentino da 14 anni e presidente dell’associazione cinese del Trentino. «Non ci sono casi brutti come quelli che si registrano nelle grandi città - spiega - ma anche qui iniziamo a registrare dei piccoli cambiamenti nei nostri confronti. Meno gente va nei ristoranti, ad esempio». Anche se, e questo è stato già spiegato, chi lavora in Trentino acquista qui anche gli ingredienti che poi utilizza per cucinare i piatti. E anche i cinesi che qui vivono, non sono tutti appena tornati da un viaggio in Cina. «Io abito qui da 14 anni - racconta sempre Hao Hu - e in Cina ci sono andato una volta sola, quattro anni fa. La distanza è molta, il viaggio è lungo e costoso, non è che con un fine settimana lungo si decida di andare in Cina».

Ma la paura c’è e la prima difesa, sbagliata ma risponde ad un istinto, è quella di mettere una barriera, di allontanarsi. In questo caso da chi ha gli occhi a mandorla. Un atteggiamento che abbiamo raccontato ieri attraverso le parole di Yang Jie, nata in Cina e residente da 27 anni a Rovereto. «La ragazza con i capelli e gli occhi a mandorla sono sempre io. Amo la vita come la ami tu e come te voglio proteggere i miei cari - h scritto in una lunga lettera che è anche una dichiarazione di amore nei confronti della terra dove ha scelto di vivere lontana dalla sua casa - ma soffro quando cambi strada, o per quegli sguardi che mi lanci. Trovo anche sgradevole che tu ti copra la bocca quando mi vedi. Come ti sentiresti se fossi tu nei miei panni? «Io – continua la giovane – sono a rischio esattamente come te! La differenza è che ho dei cari che vivono proprio al centro dell'epidemia, ed io non ho nessun modo per stare loro vicino. Prima o poi, in un modo o in un altro, tutto questo passerà. Quando arriverà il momento – conclude Jie parlando della sua terra, il Trentino – vorrei tanto poterti guardare negli occhi ed amarti come sempre, se non di più. Provami che sei amorevole e compassionevole. Per favore, non aggiungermi altra sofferenza».

Intanto Hao Hu e i suoi colleghi dell’associazione cinese, si sono messi a disposizione dell’Azienda Sanitaria. Si sono messi a disposizione nel senso che «abbiamo seguito un corso con l’Apss - spiega il presidente - e facciamo da ponte con i cinesi dando tutte le informazioni del caso. E se ci venissero poste delle domande alle quali non abbiamo risposta, faremo da ponte con i tecnici dell’Azienda». E sSono circa 1200 i cittadini cinesi che fanno riferimento all'associazione. E il numero per loro è 331 6299111.













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