Puzza a Rovereto, pronto l’esposto del sindaco

Ipotizza il «getto pericoloso di cose» e allega i monitoraggi compiuti che indicavano nella Pasina il possibile responsabile



ROVERETO. L’esposto dell’amministrazione contro gli odori molesti provenienti dal Navicello è pronto: ieri è stato analizzato dalla giunta prima della firma del sindaco. E con ogni probabilità sarà depositato oggi in Procura a Rovereto.

Il reato ipotizzato è il «getto pericoloso di cose»: lo commette chiunque immette in qualsiasi modo in zona pubblica «cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti». Il punto centrale è l’entità delle molestie: per essere penalmente rilevanti, devono integrare un fastidio o un disagio grave, tanto da poter essere considerato come impatto negativo sulla salute fisica o psichica delle persone. Insomma, una norma «aperta» usata dalla giurisprudenza nei decenni per tamponare carenze legislative di ogni genere, dagli inquinamenti idrici allo smaltimento irregolare di rifiuti. In assenza di una normativa che fissi dei limiti certi di odori tollerati (che la Provincia di Trento non ha voluto adottare), l’unica arma possibile, anche se oggettivamente piuttosto spuntata.

Nell’esposto il sindaco roveretano ricostruisce la vicenda (lunga anni) delle puzze provenienti dal Navicello, indicando le campagne di monitoraggio compiute, le diverse analisi e le conclusioni a cui sono giunte: pur essendo più d’una le attività che emettono cattivi odori (depuratore, discarica, essicatore) è risultato essere l’impianto di compostaggio della Pasina ad emettere, periodicamente, gli odori più forti. Ovviamente spetterà alla Procura valutare, ma l’indicazione fornita è chiara. Trattandosi di un esposto, l’amministrazione non chiede nulla di preciso: segnala un possibile reato a chi ha la competenza di perseguirlo.

L’esposto del Comune sarà raggiunto a brevissimo da un secondo, di Claudio Civettini, che chiede invece che si persegua chi per anni ha tollerato che i cittadini venissero ammorbati dai cattivi odori. Quindi Comune e Provincia, se si proverà che avrebbero potuto (e quindi dovuto)fare qualcosa per risolvere il problema. Binari paralleli e conclusioni opposte. Civettini commenta con la consueta arguzia. «Se il sindaco ritiene che ci siano possibili danni per la salute ed il benessere dei cittadini, qualcuno gli faccia presente che spettava a lui per primo tutelarli. In pratica con l’esposto denuncia se stesso. Nel tentativo, in perfetto stile Ponzio Pilato, di scaricare sulla magistratura la responsabilità di quegli interventi che lui non ha avuto il coraggio o la forza di adottare. Adesso spera che sia un giudice a risolvergli il problema».(l.m)

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