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Pubblici, soldi in cambio di produttività

Aumenti tabellari, 20 milioni nel 2016. Scuola, 13 milioni. I sindacati: «Risorse insufficienti». Rossi: «Senso della misura»


di Chiara Bert


TRENTO. Per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego (Provincia, enti locali, scuola, sanità), 33.600 lavoratori, si parte da una torta di 95 milioni in due anni, 53 milioni di euro a regime dal 2017. Ma la Provincia - ha detto ieri il governatore Ugo Rossi nel primo incontro con i sindacati confederali e di categoria - è pronta a mettere altre risorse se ci sarà uno sforzo per aumentare la produttività. Sarà questo il nodo attorno a cui ruoterà la trattativa - in salita - per i contratti dopo nove anni di blocco. Le aspettative sono alte e i sindacati del pubblico impiego pronti a dare battaglia.

Il governatore. Il presidente della Provincia ieri ha ricordato che «si riapre una stagione importante di rinnovi, le risorse a disposizione sono più alte rispetto al resto d’Italia, una parte andranno ad aumenti di salario automatici, un’altra alla produttività, in una logica di equilibrio tra comparti». «Non presenteremo direttive già confezionate - ha detto Rossi prima dell’incontro - speriamo che da parte di tutti ci sia responsabilità e senso della misura, da fuori ci guardano».

I numeri. La novità emersa dall’incontro di ieri è che 13 milioni del budget a disposizione saranno destinati ai gradoni della scuola statale per gli scatti di anzianità: in totale 7500 persone. Gli altri 26 mila dipendenti del pubblico impiego si divideranno circa 20 milioni nel 2016 (circa 30 milioni all’anno dal 2017) per gli aumenti tabellari in base all’indice di inflazione (0,6% sul 2015, 1,1% sul 2016), e 9 milioni per la produttività. Questi ultimi, come detto, potrebbero aumentare in cambio di uno sforzo sulla produttività, ma al momento non è stato declinato in cosa consisterà: se nel privato l’indicatore è il fatturato, nel pubblico bisognerà trovare dei criteri, come il tasso di assenteismo piuttosto che la soddisfazione degli utenti. La vacanza contrattuale (12 euro al mese) non sarà riassorbita dagli aumenti.

I sindacati. «Con queste risorse per chi ha uno stipendio sotto i 1000 euro l’aumento tabellare si traduce in 17 euro al mese», tira le prime somme Giampaolo Mastrogiuseppe segretario della Fp Cgil. «I 13 milioni per la scuola andavano trovati altrove, gli altri 26 mila dipendenti devono dividersi ciò che resta». Per il sindacalista «c’è innanzitutto un problema di equità, in questo momento a chi ha stipendi più alti, i dirigenti, va chiesto un sacrificio per ridurre la forbice delle retribuzioni». Quanto alla produttività, «noi non siamo contrari ma occorre capire di cosa parliamo»: «Ci sono comparti, come i Comuni e l’Azienda sanitaria, dove gli spazi per i risparmi si sono annullati da tempo. A meno che non si tagli sul personale, il che sarebbe inaccettabile».

Pronta alla mobilitazione anche la Cisl Fp: «Un contratto dignitoso si fa rivendicando la professionalità di 33.600 dipendenti e quanto prodotto in anni, di conseguenza investendo risorse economiche sufficienti. La giunta abbia il coraggio di affrancarsi dalle direttive del governo e mantenga gli impegni presi a novembre in occasione della manifestazione dei lavoratori trentini», incalza il segretario Pierachille Dalledonne.













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