Pubblici in piazza, è rottura con Rossi

I sindacati: «Contratto, proposta inaccettabile». Il governatore: «Se sanno solo rivendicare, tagliamo le risorse promesse»



TRENTO. È rottura tra la Provincia e i sindacati del pubblico impiego. Cgil Cisl e Uil Funzione pubblica, Fenalt e Nursing Up del Trentino hanno indetto una giornata di mobilitazione per mercoledì 18 novembre dei dipendenti pubblici del settore della sanità e delle case di riposo e delle istituzioni, tra cui i lavoratori della Provincia, dei Comuni, Comunità di valle e degli enti strumentali, di ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici.

I sindacati giudicano «inaccettabile» la proposta di rinnovo contrattuale avanzata dalla giunta nella legge di stabilità (35,7 milioni stanziati sul 2016 e 41,3 per il 2017) e si uniscono alla manifestazione nazionale prevista il 28 novembre. «Per la prima volta - affermano i segretari - tutti i sindacati del pubblico impiego, confederali e autonomi, si uniscono in assemblea». La manifestazione prenderà il via con un’assemblea nella sala della Cooperazione, poi i lavoratori sfileranno in corteo fino alla vicina sede della Provincia in piazza Dante. «La vertenza ha valenza nazionale - sottolineano i sindacati - ma per i contratti di primo livello che si stipulano in Trentino l'interlocutore è la giunta provinciale e dunque il suo presidente Ugo Rossi». «I lavoratori del servizio pubblico devono riacquisire la dignità che dal 2008 in poi si è cercato di demolire. A fronte del 14% di stipendio perso dal 2010 al 2018 a causa del blocco contrattuale, una proposta di rinnovo prossima al 2,5% appare offensiva. Inoltre le somme stanziate non sarebbero destinate all'aumento della retribuzione tabellare ma a premiare una non meglio definita produttività. Ricordiamo a Rossi che il sistema per premiare tali elementi esiste già ed è nel contratto».

La risposta del governatore non si fa attendere. «Ho letto le dichiarazioni dei sindacati - spiega Ugo Rossi - vorrei ricordare che per la riapertura dei contratti il governo ha stanziato 300 milioni per tutta Italia, che parametrati sul Trentino significano 3 milioni. Noi ne abbiamo stanziati 35, dieci volte tanto e quasi il triplo della Provincia di Bolzano che ha messo a bilancio 15 milioni». «C’è un senso di responsabilità da recuperare - avverte il presidente della Provincia - negli incontri che avevamo fatto prima della manovra di bilancio, avevo detto chiaramente che non ci si potevano attendere le risorse del passato, ma che avremmo messo più risorse rispetto a quelle del governo perché vogliamo arrivare a un contratto degno di questo nome». Di fronte all’inasprirsi dei toni da parte delle organizzazioni sindacali, la risposta di Rossi è altrettanto dura: «Mi auguro che il contratto lo si voglia fare e che si voglia percorrere una via trentina. Ma c’è un limite. Se il sindacato ritiene di percorrere la via della rivendicazione a prescindere, saremo costretti ad attendere il nazionale e ad allinearci agendo in proporzione alle risorse che stanzierà il governo». Significherebbe una riduzione drastica dei soldi stanziati per i rinnovi. «Da fuori ci guardano e non capirebbero», è l’avvertimento del governatore.

(ch.be.)













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