Provincia, tagli in busta paga

Il bilancio virtuoso dell’anno prossimo partirà dai tagli, indispensabile per rispettare le richieste del governo



TRENTO. La forbice impietosa non risparmierà nessuno dei settori di spesa della Provincia. Il bilancio virtuoso dell’anno prossimo partirà dai tagli, operazione indispensabile per rispettare le richieste del governo di contenimento della spesa, ma anche per trovare le risorse necessarie agli investimenti che soprattutto in un momento di crisi non possono mancare.

Sono infatti queste le due parole d’ordine che ieri Dellai ha comunicato ai suoi consiglieri nel corso della riunione di maggioranza: tagli e investimenti. Su queste basi è possibile impostare il rilancio dell’economia, della solidarietà sociale e dell’efficienza dell’amministrazione.

La scure è dunque pronta a scendere su una serie di spese sulle quali ci sono effettivi margini di intervento. Il primo nodo da sciogliere sarà quello del contratto dei pubblici dipendenti, bloccato fino al 2012 per ordine di Stato. Ma l’assessore Gilmozzi è già al lavoro per trovare un metodo che permetta di rispettare l’imposizione, ma che nello stesso tempo risponda alle esigenze dei lavoratori senza contratto. Si sta pensando ad una sorta di fondo di produttività. In ogni caso proseguirà il blocco del turn over, il contenimento degli straordinari e c’è l’idea di ridurre del 25 per cento gli incarichi di collaborazione. Si sta facendo un pensierino pure ad obbedire a Brunetta quando aveva suggerito di tagliare gli stipendi dei dirigenti del 5 per cento per i redditi dai 90 ai 150 mila euro e del 10 per cento oltre i 150 mila. Sarà più difficile intervenire sulle indennità dei (tanti) politici, posto che qualche spuntatina in Trentino è già stata data. Ma non si esclude l’ipotesi.

Consulenze nel mirino: l’ambizione è quella di arrivare ad un meno 50 per cento rispetto al biennio 2008 - 2009. Altro obiettivo: fare un bel censimento di comitati, commissioni e organismi vari, eliminando quelli inutili o riducendo i membri in caso di pletoriche assemblee. Ci si aspetta un risparmio del 10 per cento anche da qui. Non si salvano neanche le proprietà pubbliche, mobili e immobili. Macchine meno 20 per cento, edifici meno costosi, manutenzioni solo se ne vale la pena e non si supera il 2 per cento del valore del palazzo, razionalizzazione degli uffici, accorpandoli se è possibile. Salasso del 20-30 per cento per il settore legato alla promozione o realizzazione di mostre, convegni, libri, pubblicità.

Tutta questa operazione serve anche per recuperare risorse (stiamo comunque parlando di un bilancio da 4600 milioni di euro) da impiegare negli investimenti. Forti incentivi sono previsti per le imprese, la loro capitalizzazione, la riconversione e l’innovazione. Altri 20 milioni saranno impiegati sugli ammortizzatori sociali in virtù della nuova delega assegnata dallo Stato. E’ poi previsto un pacchetto da 420 milioni nel settore della viabilità e 380 (in due anni) per l’edilizia scolastica. Sono poi previsti investimenti a favore dell’università e del settore socio sanitario. Impegno solido anche nell’edilizia agevolata con la previsione di 3 mila nuovi alloggi Itea.













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