Provincia, arrivano i super-dirigenti

I dipartimenti calano da 21 a 11. E c'è già chi parla di promossi e bocciati


Chiara Bert


TRENTO. Dipartimenti (quasi) dimezzati: da 21 a 11. La cura dimagrante della Provincia comincia da qui, dalla nascita di alcune macro-strutture con superdirigenti: welfare (sanità, politiche sociali e lavoro), territorio (urbanistica, ambiente e foreste), promozione (agricoltura, turismo, commercio), lavori pubblici e mobilità. «Una Provincia flessibile che valorizza il merito», promette Gilmozzi. Sarà una «rivoluzione» per certi aspetti silenziosa, con un forte impatto su chi lavora in Provincia ma - almeno nella prima fase - quasi impercettibile per i cittadini. Eppure si tratta di un passaggio nodale, perché quella Provincia che negli anni aveva sempre più ingrandito la propria «macchina amministrativa», oggi decide di ridurla, di riorganizzarsi per spendere meno (120 milioni di euro all'anno, il 10% del costo del settore pubblico) e per essere più efficiente.

Oggi la riorganizzazione sarà approvata in prima adozione dalla giunta. Ieri la proposta è stata presentata dall'assessore Mauro Gilmozzi ai dirigenti provinciali, poi ai sindacati e in serata alla maggioranza, dalla quale è arrivato un sostanziale via libera.

I numeri. Sotto il livello politico (gli 8 assessorati) ci saranno il direttore generale (Ivano Dalmonego) e 11 dipartimenti. Le strutture di primo livello scendono da 21 a 11: 10 dipartimenti e l'avvocatura.

I nuovi dipartimenti. Tre sono i dipartimenti cosiddetti «di staff»: organizzazione e personale; affari istituzionali e legislativi e affari finanziari. Sette i dipartimenti «di linea». Nasce il maxi-dipartimento del welfare, che accorpa sanità, politiche sociali e lavoro e che si troverà in prospettiva a gestire la nuova partita degli ammortizzatori sociali. Un'opzione, quella di legare il lavoro al welfare, che è prevalsa su quella che l'avrebbe voluto legato all'economia, sotto la direzione generale. Un altro grande dipartimento è quello del territorio, che tiene insieme urbanistica, ambiente e foreste, «per coordinare pianificazione, valutazione ambientale e manutenzione», spiega Gilmozzi. Altre novità: l'agricoltura è unita al turismo e al commercio, mentre rimangono insieme, in un altro dipartimento, industria e artigianato; la cultura sarà insieme a istruzione, università e ricerca; i lavori pubblici con infrastrutture e mobilità; infine la protezione civile. Spariscono il dipartimento energia e quello innovazione, mentre l'informatica rientrerà nel dipartimento organizzazione, i bacini montani nel dipartimento territorio.

Agenzie e società. Le agenzie, tutte al pari livello e con funzioni prevalentemente tecniche, saranno collegate ai dipartimenti. Con alcune novità: l'Agenzia per la famiglia avrà un carattere interdipartimentale e sarà incardinata sotto la direzione generale; l'Agenzia del lavoro (insieme ad Azienda sanitaria e Agenzia per la previdenza integrativa) sotto il dipartimento welfare; l'Agenzia degli appalti, separata dai lavori pubblici, sotto Organizzazione e personale; l'Agenzia per l'incentivazione delle attività economiche sotto Industria e artigianato.

Super-dirigenti. A capo delle nuove macro-strutture ci saranno 10 super-dirigenti che governeranno l'organizzazione del dipartimento. «Potranno valorizzare le persone, costituire gruppi e task-force su progetti interdipartimentali - spiega Gilmozzi - senza la rigidità attuale che separa servizi e uffici». Circolano già alcuni nomi: Marco Tomasi, dirigente del dipartimento istruzione, in predicato per la guida del dipartimento allargato alla cultura; per il dipartimento welfare Livia Ferrario (politiche sanitarie), Nicola Cenname (che andrà però in pensione in estate) e Antonella Chiusole (agenzia del lavoro); Romano Masè potrebbe andare a dirigere urbanistica, ambiente e foreste.

Le tappe. La riorganizzazione dei dipartimenti scatterà dal 1º marzo. Nella seconda fase, da luglio, si passerà alla riduzione dei servizi, che entro il 2012 caleranno da 67 a 60 al massimo. «Insieme - annuncia l'assessore - trasferiremo alle comunità di valle le competenze sulla manutenzione del patrimonio, strade e boschi». «Oggi - spiega - abbiamo responsabilità duplicate e un iter di decisione lungo, che va contro gli obiettivi di semplificazione e contenimento della spesa. La nuova Provincia che stiamo costruendo sarà più flessibile, valorizzerà il merito, la mobilità interna e i giovani talenti». La rivoluzione è appena cominciata.













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