Protonterapia, in arrivo le tariffe

Borgonovo Re a Leonardi: «L’autorizzazione della Provincia c’è. Sul nulla osta del ministero servono delle verifiche»


di Chiara Bert


TRENTO. Il centro per la protonterapia di Trento fa un passo avanti - l’autorizzazione provinciale all’attività sanitaria è stata firmata nei giorni scorsi dal dirigente del Dipartimento della salute -, ma ancora non basta per dare il via libera alle cure dei tumori con i protoni. A spiegare lo stato delle cose è l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re, che interviene il giorno dopo il duro j’accuse lanciato da Renzo Leonardi, ideatore ed ex direttore dell’Atrep, l’agenzia che ha gestito la nascita del centro fino al passaggio della gestione, 8 mesi fa, all’Azienda sanitaria. «Le autorizzazioni ci sono, basta saperle leggere», ha scritto Leonardi in una lettera al direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor, lettera in cui accusa anche i referenti dell’Azienda di «poca umiltà» (Trentino di ieri, ndr).

Assessora Borgonovo Re, il professor Leonardi sostiene che il problema della mancanza dell’autorizzazione ministeriale non esiste. A che punto siamo?

Le cose non stanno esattamente così. Posso dire che l’autorizzazione della Provincia è stata firmata nei giorni scorsi dal dirigente del nostro dipartimento, dopo una valutazione di tutte le componenti necessarie all’attivazione. Diversa è la questione del nulla osta del ministero.

C’è o non c’è questo via libera? Secondo Leonardi è contenuto in una lettera inviata dal ministero dello sviluppo economico lo scorso 2 luglio.

Le carte non sono univoche. Il nulla osta riguarda l’uso dei protoni, dunque del macchinario. Si tratta di una lunga procedura. Questo nulla osta è stato rilasciato all’azienda belga, Iba, che ha fornito la tecnologia del centro di Trento. Ma il dubbio sollevato dall’Azienda sanitaria è se questo nulla osta comprenda anche l’esercizio dell’attività clinica, che non è di competenza di Iba ma dell’Azienda sanitaria. Nel documento che noi abbiamo in mano si parla appunto dell’azienda, ma non si cita mai l’Atrep, e men che meno l’Azienda sanitaria. Ci serve certezza che questo nulla osta copra l’attività clinica ed è su questo che sono in corso le verifiche.

Leonardi lamenta di non essere stato interpellato dai referenti dell’Azienda sanitaria e di aver ricevuto una diffida dall’entrare nel centro.

Non vorrei entrare in scaramucce personali. Io rilevo che il passaggio di gestione dall’Agenzia per la protonterapia all’Azienda sanitaria è stato un passaggio sofferto. Forse c’erano delle aspettative non corrisposte, sicuramente non c’è stata una comunicazione adeguata tra le parti che accompagnasse la mole di documentazione.

Resta poi il vero nodo: il centro può partire senza che le prestazioni siano state inserite dal ministero nei livelli essenziali di assistenza (Lea)?

A breve approveremo il tariffario delle cure con i protoni, in modo che ci sia una configurazione delle prestazioni con i rispettivi costi. Non aspetteremo che vengano inserite nei Lea, perché questa è una procedura molto lunga, come è chiaro a tutti. Ma riteniamo che l’inserimento possa essere facilitato proprio dall’avvio dell’attività clinica.

Sulla riorganizzazione della rete ospedaliera il presidente Rossi ha detto che servono altri approfondimenti con le comunità locali. Ne parlerete domani in giunta?

Ne parleremo presto. Con il presidente Rossi abbiamo concordato una «road map», io gli ho ribadito che considero essenziale che la giunta ascolti la mia relazione sullo stato dell’arte e le criticità e che ne discuta visto anche il crescendo di dibattito nei territori. Non è un passaggio decisionale ma di discussione che avrebbe dovuto esserci già a luglio.

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