TRENTO

Prostitute, tra 15 giorni  via alle multe ai clienti 

Passata in consiglio comunale, la delibera entrerà in vigore il 23 marzo. Antonia Romano critica: «Misura repressiva, che non risolve lo sfruttamento». Il via libera del Comune



TRENTO. Entro 15 giorni, ed esattamente il 23 marzo, la delibera che prevede le multe ai clienti delle prostitute entrerà in vigore in città: polizia municipale e forze dell’ordine in generale potranno sanzionare chi si trovi a contrattare la prestazione con chi si prostituisce.

L a proposta partita da una mozione a firma di Andrea Merler della Civica Trentina, dopo una lunga discussione nella commissione comunale per le politiche sociali che ha visto attraverso quattro sedute l’ascolto di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano del fenomeno dal Servizio politiche sociali della Provincia, alle forze dell’ordine, ai rappresentanti delle associazioni che svolgono sul territorio un’azione di controllo e supporto di chi si prostituisce, è stata rivista e corretta. Nel corso della discussione, che è partita dal dato condiviso di voler contrastare lo sfruttamento di giovani donne (e uomini), spesso vittime della tratta di esseri umani, la mozione ha assunto più un carattere di sostegno alle persone sfruttate che non repressivo. Il testo originario prevedeva infatti anche multe per le prostitute.

Un’impostazione che è stata condivisa da tutte le forze politiche presenti in commissione e che è stata riveduta e corretta appunto, mantenendo l’articolo che prevede le multe a chi si trovi a contattare soggetti che esercitino la prostituzione ma con multe meno salate (si è passati da un minimo di 200 ad un massimo di 500 euro, a 89 e 534 di sanzione). Istituito anche il divieto di fermata in alcune vie dove il fenomeno della prostituzione è particolarmente presente.

Nella premessa, si è sottolineato l’aspetto dei diritti umani violati e si è chiesta una serie di azioni per il sostegno delle persone sfruttate attraverso l’informazione sanitaria e l’accoglienza di quest’ultime in strutture protette. Questo non è bastato però ad Antonia Romano (L’altra Trento), unica ad astenersi sulla mozione approvata in commissione, per condividere l’impostazione che ritiene sia repressiva. «Pur comprendendo il disagio delle persone - scrive la consigliera in una nota - che abitano nella zona della città più colpita dal fenomeno, pur riconoscendo il tentativo compiuto dalla commissione di trovare una sintesi tra posizioni diverse, la mia contrarietà al dispositivo rimane ferma e convinta».

«Posto che la prostituzione non è un reato, - aggiunge la Romano - nel corso dei lavori in commissione abbiamo avuto modo di appurare, attraverso il confronto con altre realtà, in particolare con la realtà di Firenze, come sanzionare i clienti non risolve il problema, se il problema da risolvere è la prostituzione e la sua soluzione è il contrasto allo sfruttamento di donne, spesso minori». E conclude: «Come spesso accade, la nostra amministrazione preferisce imboccare la strada della repressione, più popolare sicuramente, soprattutto dopo il terremoto politico del 4 marzo, piuttosto che dare risposte politiche. Non interessa evidentemente a nessuna consigliera, a nessun consigliere, visto che il voto in aula è stato unanime, il destino di queste donne considerate degrado urbano». In effetti, basta leggere la stampa locale di Firenze e dintorni, per verificare che il provvedimento di multare i clienti, non abbia avuto altro effetto che spostare le prestazioni sessuali in altre zone, con la conseguente guerra di vicinato tra la città e le località limitrofe. (sa.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano