«Profughi, integrazione unica strada»

Lo studioso Dustmann: «Vanno inseriti nel mondo del lavoro o i populismi avanzeranno ancora»



TRENTO. «Sui profughi dobbiamo fare ancora molto, ma soprattutto dobbiamo farlo in fretta perché la situazione è sempre più drammatica. Senza interventi immediati e trasparenti per far sì che i profughi possano essere inseriti nel mondo del lavoro i populismi sono destinati ad avanzare ancora». Lo ha detto ieri al Festival dell’economia Christian Dustmann, professore di economia allo University College di Londra e direttore del Centro per la ricerca e l’analisi delle migrazioni .

A causa della crisi umanitaria, flussi di migranti senza precedenti si stanno riversando in Europa. Per Dustmann le risposte a questa situazione possono essere date guardando ai passati flussi migratori dei rifugiati, in modo da evitare di commettere gli stessi errori politici. «Dobbiamo fare ancora molto, e in fretta, la situazione è sempre più drammatica».

Nella cornice dell’undicesima edizione del Festival dell’Economia, Dustmann ha illustrato le potenziali conseguenze politiche ed economiche di questi flussi migratori in relazione alle prospettive di crescita dell’Unione Europea. La convenzione di Ginevra - ha ricordato - vincola l’Unione europea e i suoi stati membri ad accogliere i rifugiati, con la prospettiva futura di regolarizzarne la posizione e di renderli cittadini europei. «Il ricollocamento dei rifugiati, la creazione di un meccanismo di ricollocazione, la ri-organizzazione dell’accesso alle risorse economiche, ed opportunità eque di lavoro» sono le azioni suggerite da Dustmann, che identifica il nodo del problema nella mancanza di coordinazione e cooperazione tra nazioni.

La crisi migratoria e dei rifugiati sta dando forza alla Brexit? «Certamente - risponde lo studioso inglese di fenomeni migratori - chi sostiene la Brexit utilizza come motivazione la questione rifugiati, come pure i limiti alla libera circolazione nei paesi europei».

Il tema immigrazione ieri è stato al centro dell’attenzione nella seconda giornata del Festival, affrontato da varie angolazioni: Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, ha parlato della crisi dei rifugiati, mentre Adriano Prosperi, professore di storia moderna alla Normale di Pisa, si è concentrato su conflitti religiosi, migrazioni e crescita.













Scuola & Ricerca

In primo piano