Prg del commercio, c’è l’accordo

In via Maccani passaggio in aula per ogni superamento dei 5 mila metri. E ora tutti cantano vittoria


di Luca Marognoli


TRENTO. Alla fine cantano tutti vittoria, le minoranze perché hanno costretto al compromesso la giunta, la maggioranza perché ha scongiurato il rischio del commissariamento del piano di urbanistica commerciale.

L’accordo è arrivato in piena notte, nell’aula consiliare di Palazzo Thun. Dopo milioni di parole (uscite quasi tutte dalle favelle di opposizione), più di 1.500 emendamenti e tre serate di duello su un’unica delibera, con le altre - comprese le integrazioni alle linee programmatiche del sindaco - che non sono state neppure affrontate.

Il nodo era la superficie di vendita complessiva dell’area di via Maccani est, balzata dagli iniziali 1500 metri a 10 mila nel testo della seconda adozione: un “regalo” fatto alla Cooperazione - secondo le minoranze (escluso Pt, schierato a favore della delibera) - che avrebbe potuto vendere l’area dell’ex magazzino Sait a qualche grande catena internazionale per farci un megastore; un normale passaggio per assicurare sviluppi commerciali futuri, senza favoritismi e in una logica di collaborazione fra pubblico e privato - secondo la maggioranza. Il punto d’incontro, dopo l’una di notte, si è trovato stabilendo, pro futuro, che nel caso in cui si voglia realizzare una superficie commerciale superiore ai 5000 metri in quell’area, vi sia un passaggio obbligato in consiglio.

«Siamo seri: se qualcuno ha vinto è la città di Trento, che grazie alla nostra responsabilità ora ha un nuovo Prg del commercio», rivendica Andrea Merler, della Civica Trentina. «Forse qualcuno in maggioranza non ha capito cosa ha votato l’altra sera, probabilmente perché erano le due di notte, oppure perché non mastica molto diritto. La modifica inserita con emendamento alle norme di attuazione del Prg comporta l'obbligo per le aree di via Maccani - Sait in primis - di avere la preventiva approvazione del consiglio comunale», nel caso di superamento dei 5 mila metri. «Solo dopo tale approvazione lo schema di accordo urbanistico verrà firmato dal sindaco, per poi tornare nuovamente alle forche caudine del consiglio comunale, per l'approvazione definitiva». Per Merler sarà assicurata una vigilanza più stringente su partite urbanistico-commerciali delicate. «Su con le orecchie e rispetto quindi, perché la strada, se vogliamo è più in salita che mai».

Esulta Stefano Osele della Lega: «La consideriamo una vittoria - dice - da un punto di vista politico e soprattutto da un punto di vista sociale nei confronti dei cittadini trentini.La minoranza del consiglio ancora una volta ha dimostrato alla città di essere unita e coesa nelle scelte, sintomo di una futura e proficua maggioranza di governo comunale, tale da poter uscire da una situazione di immobilismo politico che caratterizza la maggioranza attuale».

Il passaggio preventivo in aula «non esalta» i 5 Stelle: «Sembra incredibile che ciò non sia già un procedimento automatico», dichiarano i consiglieri pentastellati. Che tuttavia plaudono al passo avanti fatto: «Se sono queste le battaglie per portare metodologie più aperte al dialogo ed alla costruzione di indirizzi e procedure migliori ed efficaci, ben venga anche quello che è successo in questi 3 giorni. Noi, sia chiaro, non molliamo mai».

Dai banchi della maggioranza si leva invece un sospiro di sollievo, non senza toni di biasimo verso le opposizioni. «Le minoranze sapevano che l’area in questione doveva essere discussa prima di qualsiasi ipotesi di dimensioni e metri quadri, tramite un accordo tra pubblico e privato», affermano i capigruppo Paolo Serra (Pd), Alberto Pattini (Patt) e Renato Tomasi (Cantiere civico democratico). «Mettere un vincolo a priori non avrebbe avuto senso, in quanto impedirebbe all’amministrazione, in caso di richieste diverse da parte di privati, di valutare e scegliere i progetti secondo le esigenze più funzionali per la collettività. Tutti i componenti della maggioranza hanno convenuto che tale modo di procedere era volto solo a mettere in cattiva luce la giunta e il sindaco».

«La fermezza da parte della maggioranza - aggiungono i tre rappresentanti - ha portato all’accordo»: un passaggio in più in consiglio comunale «che darà più visibilità a qualsiasi scelta», nel nome di una «trasparenza, proposta dalla maggioranza e accettata dalle minoranze». Sul “caso” intervengono anche Michela Bonafini, Sergio Cappelletti, Andrea Merler e Laura Pedrotti, parlando di una votazione che «simboleggia la ritrovata compattezza del centro sinistra autonomista». «Spiace, purtroppo, constatare - aggiungono - che alcuni consiglieri della maggioranza, per la verità sempre i soliti, hanno preferito abbandonare l'aula».













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