«Prg, al centro mobilità e periferie»

L’assessore Biasioli spiega quali saranno i punti qualificanti della programmazione: da risolvere i nodi di Sloi e caserme


di Luca Marognoli


TRENTO. La città non si svilupperà in superficie e, molto probabilmente, neppure nelle cubature come conseguenza della crescita zero della popolazione. Il nuovo piano regolatore del Comune di Trento dovrà invece concentrarsi sui servizi, sulla mobilità e sulle periferie finora trascurate. Per migliorare quello che oggi esiste e renderlo più a misura di cittadino. È la visione di Paolo Biasioli, vicesindaco e assessore all’urbanistica.

A che principi si ispirerà il nuovo piano regolatore?

Al riuso e alla rigenerazione urbana: la legge provinciale dice no alle espansioni.

Nel dettaglio quali saranno i pilastri del documento?

Il ripensamento delle aree industriali come Trento Nord ma anche quella dell’attuale ospedale, che resterà libera dopo la realizzazione del Not. Un ragionamento sulle ex caserme e su Mattarello, dove era previsto inizialmente il loro spostamento. Un adeguamento sulla mobilità: l'interramento della ferrovia previsto da Busquets e le nuove prospettive legate al Nordus (la dorsale Nord-Sud del metrò di superficie, ndr). Una rivisitazione di quello che viene definito il terzo settore: agricolo, bosco e pascolo.

Di quest’ultimo si è parlato poco...

Non era stato affrontato nel precedente Prg e lo faremo ora: a questo scopo è stato oggetto di uno studio molto approfondito da parte degli uffici.

E il perimetro urbano? Ci sono da attendersi delle modifiche sostanziali?

No. Il nuovo Prg punta a ripensare anche al dimensionamento della città: negli ultimi tre anni il numero dei cittadini è rimasto pressoché stabile, con aumenti minimi. Probabilmente non ci sarà bisogno di aumenti volumetrici: bisognerà fare quindi ragionamenti di trasferimenti di cubatura. Attraverso anche la partecipazione della gente e non solo perché lo prevede la legge.

La condivisione è un altro aspetto qualificante, dal punto di vista del metodo, del prossimo strumento urbanistico...

Sì, serve una visione più completa: non bastano più i tecnici legati allo sviluppo edilizio, come architetti e ingegneri. Occorrono esperti che affrontino la questione dal punto di vista anche turistico, sportivo, paesaggistico, giuridico e sociologico.

Un Prg che rifletta il più possibile i cambiamenti della società, quindi.

Certo. Le famiglie sono sempre più monocomponenti: la loro quota è del 39%, mentre le bicomponenti hanno raggiunto il 37%. Inoltre l'età media sta crescendo e la popolazione diventa sempre più anziana: va quindi fatta un'analisi finalizzata a garantire i servizi adeguati alle necessità che si andranno a profilare.

Se lei dovesse dire che Prg sarà quello che andrete ad adottare, quali parole userebbe?

Un Prg che riesca a sbloccare alcuni nodi storici, che avrà minori risorse ma sarà basato sulla partecipazione, che si occuperà in modo particolare della riqualificazione dell'immediata periferia del centro, di aree come Campotrentino e, più in generale, della zona nord della città.

Parlava di nodi storici: a cosa si riferiva?

Alla Sloi per esempio, e alle aree militari dismesse, come le caserme Bresciani e il distretto. Ma naturalmente alcune resteranno in funzione.

Quali saranno l’iter e i tempi che porteranno all’adozione del nuovo piano regolatore del Comune di Trento?

Va premesso che esiste un documento del marzo scorso, prodotto al termine della legislatura precedente, che è stato il punto di partenza per costruire il piano. Ne stiamo già parlando da tempo sul territorio. Quanto ai passaggi da fare, andremo in commissione urbanistica a metà maggio. Per settembre contiamo di pubblicare alcune linee di indirizzo in un documento da sottoporre alle categorie, in modo da arrivare a dicembre possibilmente con il quadro completo. Questa è la fase preliminare alla stesura del documento urbanistico. La prima adozione andrà fatta entro il 2017: a partire da quella data potrà trascorrere solo un anno per arrivare alla seconda adozione.













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