Preso il rapinatore col coltello La moglie faceva da “palo” 

Tre colpi in un quarto d’ora. In via Perini, via Gorizia e in via Milano. Qualche giorno prima un caso anche in via Zara Lui minacciava le vittime per farsi consegnare i soldi, mentre lei controllava che non si avvicinassero le forze dell’ordine



Trento. Lui pensava al colpo, minacciando le vittime con un coltello. Lei faceva da palo. Con questa accusa una coppia di italiani - originari di Gela, in provincia di Caltanissetta, ma da anni residenti a Castel Ivano, in Valsugana - si trova ora nei guai: il marito è stato fermato dalla Polizia, la moglie invece ha l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza. Entrambi sono coinvolti nella rapina di fine ottobre in via Perini, quando una ragazza era stata derubata, subito dopo aver prelevato dal bancomat (la cronaca ve l’avevamo riferita sul Trentino del 30 ottobre).

Ora si scopre che quello era soltanto un episodio. Nella stessa serata, nel giro di circa un quarto d’ora, la coppia aveva portato a termine due rapine e ne aveva tentata un’altra. Tutti piccoli colpi nella zona, fra via Gorizia, via Milano e appunto via Perini. Con l’uomo che maneggiava un coltello e la donna che controllava che non ci fossero forze dell’ordine nei paraggi. Una settimana prima la stessa coppia aveva usato lo stesso identico copione per rapinare un trentenne in via Zara.

Una serata di rapine

Lui di 43 anni, lei di 40. Non sono esattamente la versione trentina di Bonnie e Clyde: anzi, secondo gli inquirenti i due avrebbero alle spalle problemi di indigenza e di tossicodipendenza. È stata la Polizia, con la squadra mobile di Trento e il coordinamento dalla Procura, a portare avanti questa fase delle indagini. Tentando di ricostruire i fatti, come si sarebbero svolti nella serata del 28 ottobre.

Tutto sarebbe iniziato alle 22.45 in via Gorizia. Un uomo ha appena parcheggiato. Il rapinatore si avvicina, sembra con un coltello che punta direttamente alla gola della vittima: «Tira fuori i soldi o ti ammazzo», avrebbe urlato.

La moglie si trova poco lontano: sembra che stia facendo da palo, controllando che nei dintorni non ci siano forze dell’ordine in pattuglia.

Il bottino di questo primo colpo è di 70 euro. Sono passati solo dieci minuti, quando la coppia avrebbe tentato di replicare, questa volta in via Milano. Con una scusa, l’uomo avrebbe fermato una donna che, in bicicletta, sta tornando a casa: avrebbe detto di voler chiedere un’informazione. A quel punto, l’uomo avrebbe preso la vittima per il braccio, chiedendo di consegnare il denaro. Ma lei avrebbe reagito, urlando di non avere denaro con sé. La coppia di rapinatori preferisce allontanarsi, senza portare a termine il colpo.

L’ultimo caso è appunto quello nei pressi di una filiale del Credito Valtellinese, in via Perini. Dove la donna ha consegnato 500 euro, appena prelevati dal bancomat, sotto la minaccia dello stesso coltello.

Le indagini

Da subito, la Polizia ha pensato che dietro alle rapine ci fosse lo stesso uomo. Le vittime lo avevano descritto come «un uomo di bassa statura, corporatura esile, viso smagrito e un accento meridionale». Grazie alla videosorveglianza, la Polizia ha scoperto l’auto e i volti dei rapinatori. E li ha collegati anche a un altro colpo, del 22 ottobre in via Zara, anche attraverso l’analisi degli spostamenti del telefono del rapinatore. Ieri per l’uomo è scattato il fermo.













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