IL RICONOSCIMENTO

Premio “Città della pace” Rovereto premia se stessa

L'iniziativa (non tutti erano concordi) arriva dalla Campana dei caduti Robol: «Rovesciata la logica dell’odio. Siamo un ponte tra culture e minoranze»


di Michele Stinghen


ROVERETO. La Campana dei Caduti assegna a Rovereto il premio internazionale "Città della pace". Il premio, che in passato era stato assegnato anche a Lampedusa e a Strasburgo, viene assegnato tutto "in casa" e la consegna avverrà al termine della tre giorni di spettacoli e incontri, le "Città invisibili". Questo fine settimana il centro storico celebrerà così il messaggio di pace della Campana e la sua stessa storia, con due serate di spettacoli, e con la giornata conclusiva che si terrà al Colle di Miravalle. L'assegnazione del premio istituito da una realtà roveretana proprio a Rovereto può sembrare autoreferenziale, e probabilmente non tutti erano d'accordo sulla scelta. É il reggente dell'Opera Campana a spiegarne le ragioni. Innanzitutto è l'unica città italiana che ha diritto a fregiarsi del titolo di "città della pace". «Ricorre il centenario della Prima guerra mondiale - spiega Robol - Rovereto ha contato 10mila vittime, tantissimi feriti; è a ridosso del Pasubio, luogo dove si è combattuto aspramente. Siamo parte integrante di questa storia. Ma come ha risposto a questa tragedia terrificante Rovereto? Ha risposto un modo che nessuno aveva pensato fosse possibile - dice Robol - un roveretano, don Rossaro, nei suoi diari narra di aver sentito una voce che lo spingeva a "cercare qualcosa per la pace". Allora, 90 anni fa, ha contrapposto alla guerra uno strumento simbolo di pace, la Campana; ha fuso i cannoni degli eserciti dei vincitori e dei vinti ed ha creato la Campana dei Caduti per la pace. Ci sono tantissime città per la pace, ma nella storia, chi ha avuto il coraggio di fare quello che ha fatto Rovereto? Non esiste una città che in così poco tempo abbia rovesciato la logica dell'odio Questa scelta, fatta dal consiglio di reggenza, è stata la migliore possibile». Robol poi guarda al presente: «Rovereto, grazie a Maria Dolens, è una città ponte, tra culture, minoranze diverse». In vista dell'assegnazione del premio tornano in centro le "Città invisibili": le serate di venerdì e sabato, in centro storico, ci saranno spettacoli artistici di vario tipo, con quasi 400 persone coinvolte per 27 associazioni, coordinate anche questa volta dal Teatro Potlach. I percorso artistici partiranno da piazza San Marco e si articoleranno per via delle Fosse, il castello, via della Terra, ed i cortili dei palazzi, toccando i periodi storici più importanti per Rovereto. Domenica ci sarà la premiazione; si comincerà alle 20.30 dall'Ossario, per salire lungo il sentiero (trasformato in "pellegrinaggio artistico") a Miravalle, dove, alle 21, il sindaco Valduga riceverà da Robol il premio. Il Colle di Miravalle si sta preparando agli eventi conclusivi del Centenario per il 2018; già la Fondazione sta pensando ad un premio speciale "Città della pace" per quell'anno.













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