Prada in silenzio per salutare Cristian

Centinaia di persone si sono strette attorno alla famiglia. Don Luigi: «Sta parlando anche a chi gli ha usato violenza»


di Nicola Filippi


BRENTONICO. Il cielo plumbeo, il vento gelido e la pioggia non hanno fermato le centinaia di persone che ieri pomeriggio hanno affollato la piccola chiesa di Prada, a Brentonico. Non per «curiosità malsana e morbosa», o per «esteriorità». Ma per «generosità e comprensione» (come ha detto nella sua omelia don Luigi), che hanno voluto «condividere il dolore e aiutare a portare la croce» ai genitori Antonietta e Vincenzo e alla sorella Bruna di Cristian Gottardi, il 38enne ucciso a coltellate sabato in via Flaim. Dal pulpito don Luigi (che ha officiato con don Romano, parroco di Cognola, e don Matteo, collaboratore pastorale dell’Altipiano) ha voluto ringraziare tutte quante le persone, i volontari delle associazioni e i colleghi di lavoro che con il loro supporto hanno aiutato Cristian «a portare la difficile croce di pellegrino che aveva bisogno di orientamento e di aiuto».

Nella sua lunga omelia, don Luigi ha ricordato Cristian con parole semplici e delicate. «Nella sua vita, Cristian ha cercato e trovato tante mani accoglienti - ha detto -, tante mani che lo hanno accompagnato, che lo hanno saputo guardare negli occhi, capire e comprendere. Se non siamo semplici, se non siamo piccoli, se non siamo umili, non possiamo comprendere i misteri della vita, né quelli della morte. La sofferenza ci svuota, ma ci riempie dell’amore di Dio - ha spiegato don Luigi - anche Cristian, nella sua vita, fin da piccolo, ha fatto parte di questi semplici e di questi umili, anche di questi stanchi e oppressi». La parola di Dio è sempre attuale, si è rivolto ai fedeli don Luigi. Si rivela vera, anche oggi, di fronte a questa disgrazia che colpisce sia le persone credenti sia quelle che non credono in Dio. «Lui è la nostra pace, se volete cercare la pace anche voi, mamma e papà, sorella di Cristian - ha ripetuto - non cercatela lontano, ma cercatela dentro di voi. E Cristian ve la donerà con il suo ricordo, anche con le sue fotografie, con il suo sorriso, dentro i suoi occhi, con quei gesti di amore che a modo suo vi ha lasciato. E voi li conserverete come la più preziosa delle eredità».

La piccola comunità di Prada da domenica è stata avvolta dal silenzio e dalla tristezza. Don Luigi si è rivolto ancora alla famiglia. «Cristian, nel silenzio, parla alla sua mamma, al suo papà, alla sua sorella. E vi dice grazie perché mi avete adottato fin da piccolo, mi avete fatto gustare la bellezza e la tenerezza della vita». Cristian ora parla ai tanti operatori sociali gli sono stati vicini, nei momenti di difficoltà. Don Luigi ha però criticato le tante parole scritte, la violazione della privacy, «deve essere rispettata per il dolore della mamma e del papà, ora Cristian non può più difendersi. Sta parlando anche a chi, forse in un momento di sbandamento umano, gli ha usato violenza. Cristian ha vinto sull’egoismo di questo mondo, non è stato vinto dalla morte, e ora lo pensiamo sereno accanto ai suoi nonni e ai suoi zii».

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