in commissione cultura 

Povo, sì alla piazza dedicata  al partigiano Carlo Merler

TRENTO. La richiesta della circoscrizione di Povo di intitolare il piazzale della nuova sede della circoscrizione a Carlo Merler è stata approvata l’altra sera dalla commissione cultura del Comune,...



TRENTO. La richiesta della circoscrizione di Povo di intitolare il piazzale della nuova sede della circoscrizione a Carlo Merler è stata approvata l’altra sera dalla commissione cultura del Comune, presieduta da Paolo Serra. Carlo Merler nacque a Povo nel 1903, da una famiglia di proprietari terrieri, cresciuto nei valori battistiani e, diventato magistrato militare e scampato per un caso fortuito alla strage di Cefalonia, si rifiutò di aderire alla repubblica di Salò, arruolandosi nella Resistenza. La sua vita, raccontata nel libro di Sandro Schmid «Aroldo» (edizioniosiride, 2016) dal nome di battaglia di partigiano, lo vede prima impegnato nella carriera di magistrato militare tra le due guerre mondiali (da uditore a Trento, poi vice pretore in Slovenia, quindi giudice a Nuoro e giudice istruttore militare a Torino) poi, alla vigilia dell’8 settembre del 1943, si trova a Corfù con la divisione Acqui.

Come già detto, Merler sfuggì alla strage nazista perché ottenne una licenza per convalescente e per incontrare la fidanzata Mary Masneri. Al momento dell’armistizio, rifiuta la fedeltà alla Repubblica di Salò. «Conformemente ai miei sentimenti e al dovere, non esitai sulla via da seguire. Non risposi mai ad alcun bando né all’autorità tedesca di occupazione né successivamente dei fascisti repubblichini. Fornitomi di documenti falsi presi subito contatto con gli elementi organizzati della Resistenza della Val Brembana», scrive Merler in quel giorno, sorpreso dall’armistizio mentre si trova a San Pellegrino (Bergamo).

Si arruola nelle formazioni partigiane di orientamento cattolico, poi con Giustizia e Libertà, ed entra a far parte nel gruppo dirigente del Cln trentino come rappresentante del Partito d’Azione. Nel 1945 viene arrestato dalla Gestapo e internato nel lager di Bolzano, dove si ammala in modo grave, ma si salva dalla deportazione con la fine della guerra. Riprende dopo la guerra la carriera di magistrato militare, prima a Bologna e poi a Verona, ricevendo dalla città una medaglia al valore per la sua competenza e rettitudine.

La commissione ha approvato la proposta con 5 sì (Serra, Bozzarelli, Salizzoni, Maestranzi, Panetta) su 7 presenti, 1 no (Coradello) e 1 astenuto (Moranduzzo). Il prossimo passaggio sarà in consiglio comunale per la discussione finale.

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