Positivi ai test per le droghe: assolti

Due condanne in primo grado ribaltate in appello: stupefacente assunto molto prima di essersi messi alla guida



TRENTO. Sfrecciava con la sua macchina sulla corsia dedicata agli autobus in via Brennero e alla vista degli agenti della polizia locale, aveva cercato di seminarli. Non solo. Quando è stato fermato è scoppiato a ridere in faccia ai vigili e in basi agli esami era risultato positivo ai cannabinoidi. Tutto questo aveva portato un diciottenne neopatentato ad una condanna in primo grado, alla sospensione della patente per un anno e la richiesta di revoca. Questo il primo caso. Per il secondo, invece, le verifiche sullo stato psicofisico erano state fatte in seguito ad un incidente stradale. E anche in questo caso nei liquidi biologici era stata trovata una positività. Davanti al giudice di pace si era arrivati all’assoluzione grazie ad una carta dell’azienda sanitaria che certificava come il giovane fosse stato curato con della morfina dopo l’incidente e prima del prelievo di controllo. Si era passati, però, all’udienza penale e anche qui c’era stata una condanna.

Due casi diversi (come diversi sono stati i difensori: Romina Targa per il primo, Claudio Tasin per il secondo) ma condividevano per gli imputati l’accusa di guida sotto effetto di stupefacente. E che condividono anche il risultato finale, ossia l’assoluzione. Nel giudizio di secondo grado, infatti i legali hanno ottenuto entrambi la riapertura dell’istruttoria e sono state così ordinate due perizie che hanno portato alle stesse conclusione: c’era una positività ai cannabinoidi ma i metaboliti non era attivi. Cosa significa? Che entrambi avevano fatto uso di droghe leggere ma non nell’immediatezza della guida. Ma presumibilmente un giorno e mezzo prima. Da qui l’assoluzione per entrambi. Se per il secondo il problema era concentrato sul penale - visto che il giudice di pace lo aveva assolto e quindi non rischiava più la patente - per il primo c’era anche la richiesta di revoca della licenza di guida. Sì perché il diciottenne era patentato fresco fresco e il codice della strada è più duro con chi ha appena iniziato a guidare. E nel breve tratto di via Brennero che ha percorso con i vigili urbani che cercavano di fermarlo, ne ha combinate di cose. Oltre a guidare sulla corsia riservata agli autobus, era passato con il semaforo rosse e aveva pure guidato contromano per alcuni metri. Alla fine aveva pure cercato di nascondersi dietro ad un muro ma era stato scovato.

Le perizie della corte d’appello, probabilmente saranno punti di partenza anche per altre impugnazioni visto che con il test che si fa al momento in ospedale si può rivelare solo la positività o meno agli stupefacente ma non a quanto tempo prima risalga l’assunzione di cannabis o oppiacei.

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