AGRICOLTURA

Pomodoro da record: «In Italia mai arrivati ai 4 chilogrammi»

Il segreto dell’ex camionista appassionato di ortaggi? «Buona terra, poca acqua e ottimo fertilizzante»


di Gianluca Marcolini


ROVERETO. Basta una veloce scorsa su Google per stabilire che siamo al cospetto di un primato assoluto, almeno a livello italiano. Perché il pomodoro di Remo Farina, originario del Bleggio ma da 35 anni roveretano a tutti gli effetti, ex camionista di Arcese e Fercam ed oggi pensionato con il pollice verde e la passione per l'orto, è pronto a battere tutta la concorrenza. E di gran lunga, visto che le cronache provenienti dal resto d'Italia parlano di esemplari che vanno dagli otto etti ad un massimo di tre chili. Il pomodoro “Sgreben de Garden” - nome scelto dallo stesso Farina in onore della località in cui è ubicata la sua campagna, a Balbido – ha fermato la bilancia, durante la prima pesata, sui quattro chili, poi calati di un paio di etti nel giro di qualche giorno. Un vero gigante dell'orto, nato in un campo del Bleggio, dentro la serra appositamente creata dal camionista in pensione, che all’asfalto oggi preferisce la terra. «Ho guidato camion per tutta la vita - spiega Remo Farina - e quando sono andato in pensione mi è venuta la passione per l'orticoltura e in particolare per i pomodori. Ho cominciato a coltivarne di dimensioni sempre più grandi. Inizialmente pesavano sui 700 grammi, poi ne ho raccolti da un chilo e rotti e quindi intorno ai due chili ed infine è arrivata questa bestia. Ho guardato su Internet ed ho scoperto che in giro, almeno in Italia, non si è mai vista una cosa del genere. Il guinness dei primati a livello mondiale dice che c'è già stato un pomodoro che pesava otto chili, chissà che prima o poi non ci arrivi pure io».

Il segreto di Farina è molto semplice: fertilizzante di alta qualità e pochissima acqua. «Il pomodoro, differentemente da quanto si pensi, vuole poca acqua, anche in un'estate torrida come questa - racconta il coltivatore - ovvero una bottiglia di acqua alla settimana rigorosamente versata al piede della pianta. Dopodiché utilizzo solo concime naturale, letame proveniente da una stalla della zona e prodotto da animali alimentati esclusivamente con fieno ed erba. E poi non uso alcun sostegno per la pianta perché la natura provvede da sola, ingrossando il tronco se e quando serve». Il destino del pomodoro da record è già segnato: non finirà in un'insalata, con lattuga e cetrioli, ma verrà portato alla completa maturazione per poi ricavarne i semi necessari a dare vita alle prossime piante da primato.

Remo Farina ha lavorato, in questi anni, sulla selezione delle piante da “competizione”: utilizzando lamette da barba e pinzette incide i semi per poi legarli l'uno all'altro, farli sedimentare e quindi essiccare. «Nascono due piantine, una la tolgo e quella che rimane è la prescelta da cui prende vita il pomodoro gigante - prosegue Farina - sulla stessa pianta della “bestia” sono cresciuti altri quattro pomodori da oltre due chili ciascuno, che sono più grandi di quelli che altrove hanno spacciato per fenomenali mentre a me non fanno più effetto. Erano anni che lavoravo per raggiungere questo risultato ma non mi fermo qui. L'obiettivo, per il prossimo anno, è di superare ovviamente i 4 chilogrammi. Sono comunque disponibile a far analizzare il mio pomodoro nel caso qualcuno avesse dubbi sulla sua genuinità e anche bontà. Per una decina di giorni, finché rimarrà bello duro e compatto prima di maturare, potrà essere esaminato ed analizzato, perché dietro questo risultato ci sono solamente tanta passione, una buona terra, un bel sole, poca acqua e ottimo fertilizzante».

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