Più ore e flessibilità Rossi lancia la sfida agli insegnanti

Domani il primo incontro con i sindacati: sul tavolo c’è anche l’apprendimento delle lingue straniere


di Chiara Bert


TRENTO. Aumentare e migliorare l’offerta formativa. Ovvero il livello della scuola trentina. Come? Anche aumentando il numero di ore di lezione, e utilizzando il tempo scuola in modo diverso, magari per tenere aperti gli istituti - e offrire occasioni di apprendimento per i ragazzi - là dove oggi sono chiusi, per esempio in estate. Sarà questo uno dei guanti di sfida che il presidente della Provincia e assessore all’istruzione Ugo Rossi lancerà domani ai sindacati, quando presenterà loro il suo «piano scuola» che ha un impatto diretto sulla manovra finanziaria 2014. Tradotto un po’ brutalmente: risorse, e avvio della stabilizzazione dei precari (oggi tra i 1500 e i 2000 su 8000 docenti), in cambio appunto di un aumento dell’offerta scolastica e formativa.

Rossi non ha voluto anticipare cifre e dettagli, che svelerà solo domani alle controparti. Ma ha chiarito un punto: «La stabilizzazione non può essere solo un costo per la Provincia. Siamo consapevoli che dopo la fase dell’efficientamento ora dobbiamo andare oltre. Vogliamo aprire una contrattazione con i sindacati, noi siamo disponibili a mettere risorse sulla scuola ma vogliamo che queste siano finalizzate a migliorarla, in termini di orari più lunghi, conoscenza delle lingue, rapporti con le imprese».

Cosa ci sia dietro queste enunciazioni è quello che i sindacati attendono di scoprire domani. Di certo il nodo «orari» sarà un primo terreno concreto di confronto che impatta sull’organizzazione del sistema scolastico e che - a giudicare per esempio dalle parole del Movimento 5 Stelle - sta già sollevando levate di scudi. Cosa significa? Per ora siamo nel campo delle ipotesi. Più tempo scuola per gli studenti, anche nel pomeriggio o in estate quando le scuole «chiudono per ferie» per tre mesi? Stabilizzazione dei precari non solo sulle classi ma per attività meno rigide e trasversali alle classi? Staffette anche tra insegnanti, con i più anziani che si dedicano alla formazione e al tutoraggio dei nuovi liberando ore delle cattedre per i colleghi giovani ?

Con le attuali 18 ore di insegnamento settimanali di 50 minuti (anziché 60) rimarrebbero 100 ore all’anno da recuperare per gli insegnanti delle superiori, ma l’accordo contrattuale del 2010 ne ha previste 70. A cui si aggiungono 40 ore all’anno (per le scuole di ogni grado) stabilite quando i docenti trentini sono diventati «provinciali», in cambio di una retribuzione più alta. Un prezioso monte ore - fa notare il dirigente Mario Turri (articolo sotto, ndr) - che oggi risulta spesso ingessato e conflittuale, e potrebbe invece essere finalizzato meglio su alcune priorità. Senza contare i 100 giorni liberi (esclusi i festivi) all’anno, concentrati in gran parte in estate, che da sempre in Italia sono stati considerati un benefit per controbilanciare stipendi dei docenti più bassi che negli altri Paesi.

Flessibilità dunque, sarà la richiesta di Rossi. Non disgiunta da un salto di qualità - ancora da declinare - sulle lingue straniere, una delle priorità del programma elettorale e di legislatura del presidente.

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