l'inchiesta

Pesticidi, acquisti boom in Trentino

I dati choc dell’Istat spiegati dall’ex responsabile del reparto antiparassitari dell’Appa: «Da noi l’agricoltura più intensiva»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Siamo il territorio che fa il maggior uso di agricoltura intensiva. C’è ben poco da dire: questi sono i dati sulla vendita dei fitofarmaci in Trentino e nelle altre regioni italiane. E come si può vedere la quantità di principi attivi contenuta nei prodotti acquistati dai nostri agricoltori, per ettaro di superficie trattabile, sono a livelli altissimi rispetto al resto del Paese».

A spiegare i dati Istat riportati nell’infografica qui sotto e riferiti al 2013, sulla diffusione dei prodotti fitosanitari in Italia è Michele Lorenzin; non una persona qualunque ma l’ex responsabile del reparto antiparassitari di Appa (l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) di Trento, settore Laboratorio (quello che esegue le analisi su acqua, frutta e ortaggi per la ricerca dei residui); un chimico in pensione ma che fino al 31 ottobre 2014 è stato tra i soggetti più coinvolti, in Provincia, nello studio dei prodotti fitosanitari.

I dati fanno impressione perché spingono il Trentino in testa a tutte le classifiche nazionali per utilizzo di principi attivi per ettaro di superficie agricola. «Meglio - prosegue Lorenzin - questi dati si riferiscono alla quantità di prodotti acquistati dai nostri agricoltori in un anno. E direi che se un agricoltore acquista alla fine utilizza anche. Non credo che lo conservi per fare scorte in futuro». I dati fotografano una realtà, quella trentina, che si serve del sestuplo dei principi attivi contenuti nei fungicidi (i fitofarmaci che colpiscono i funghi) del Veneto e più del doppio della provincia di Bolzano.

Per quanto riguarda gli insetticidi e gli acaricidi il Trentino è seconda dopo l’Alto Adige ma resta nove volte superiore rispetto al vicino Veneto. Per gli erbicidi torniamo in testa davanti, ancora una volta al Veneto e a Bolzano. «Il dato sui fungicidi è particolarmente interessante - spiega Lorenzin - perché si potrebbe facilmente replicare che tra questi prodotti la metà circa sono a base di rame e zolfo e quindi potrebbero anche essere utilizzati per l’agricoltura biologica.

Ma analizzando i dati delle altre regioni, come il “solito” Veneto, notiamo che la proporzione resta la stessa quindi non c’è scampo: noi utilizziamo più fitofarmaci carichi di principi attivi degli altri». E la proporzione risulta ancora più evidente se si prende il valore assoluto di fitofarmaci acquistati dalle diverse realtà regionali: il Trentino ha acquistato, nel 2013, 2 milioni e 474 mila chili di prodotti fitosanitari mentre il Veneto ne ha acquistati 16 milioni e 822 mila ma nonostante ciò la quantità di principi attivi per ettaro di superficie trattabile è esponenzialmente più alta sul nostro territorio. Cosa vuol dire? «Vuol dire che loro sono un territorio più esteso e che fanno meno agricoltura intensiva di noi - spiega l’ex responsabile dell’Appa - mentre il Trentino è un territorio più piccolo e si serve di prodotti con molti più principi attivi. Insomma siamo a tutti gli effetti un modello spinto di agricoltura intensiva».













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