Pescatore scivola e batte la testa: muore a 73 anni

Ciro Rodegher di Bresimo era uscito di casa sabato pomeriggio Non vedendolo rientrare, la figlia ha dato l’allarme: corsa inutile



TRENTO. La pesca era la sua grande passione. Certo c’era anche la caccia, ma a lui piaceva moltissimo mettersi alla prova, canna in mano con le trote del torrente Barnes. E lì era andato anche sabato pomeriggio. Ma quando non ha fatto ritorno per la cena, sono scattate le ricerche. Una corsa, quella di vigili del fuoco e soccorso alpino, che è stata purtroppo inutile. Quando lo hanno trovato, riverso sulla riva, Ciro Rodegher, 73 anni, era morto già da tempo. Il decesso, dalle prime informazione, pare sia stato causato da un forte trauma cranico e dal successivo soffocamento. Sarà la relazione dei carabinieri a chiarire ciò che è successo, ma quello che appare certo è che si sia trattato di un incidente dal tragico epilogo. Dalla procura è già arrivato il nulla osta per la sepoltura e il funerale è stato fissato per domani alle 17 nella chiesa di Bresimo.

Ciro Rodegher, figura molto conosciuta nel paese anche perché per anni con il fratello Guido ha gestito un’impresa edile, era in pensione da tempo. Vedovo della moglie Rita, si appoggiava alla figlia Maria Grazia rimasta a vivere a Bresimo mentre le sue sorelle (Barbara, Manuela e Monica, fotografa quest’ultima per molte riviste nazionali e non solo) avevano lasciato la val di Non dove però tornano molto di frequente. Sabato pomeriggio Ciro aveva lasciato la casa per andare a pescare. Nulla di strano, lo faceva spesso ricorda la nipote, Mara Dalla Torre che è anche il sindaco di Bresimo. Era dunque partito con la sua attrezzatura per raggiungere il torrente Barnes. Aveva lasciato la Panda lungo la strada e aveva raggiunto il corso d’acqua con l’intenzione di risalirlo lentamente alla ricerca di trote. Poi c’è stato l’incidente. L’ipotesi più probabile è che Rodegher sia scivolato e abbia battuto la testa su un sasso. Un colpo violento che non gli ha dato via di scampo. È stata la figlia Maria Grazia a dare l’allarme alle 20 di sabato sera: il padre non era tornato per cena e questo non era proprio da lui. Sono partiti immediatamente i carabinieri, i pompieri e gli uomini del soccorso alpino. Sapevano tutti che il torrente era la meta dell’uomo e in pochi minuti hanno anche individuato la macchina che ha fornito un’indicazione della zona in cui poteva essere andato. Poco prima delle 21 il ritrovamento dell’uomo per il quale non c’era più nulla da fare se non riportalo in paese.

«Lo avevo visto l’ultima volta venerdì - racconta Gianni Depeder, presidente dell’associazione cacciatore di Bresimo e uno dei vigili del fuoco che ha partecipato alle ricerche di sabato sera - ed era felice dell’imminente inizio della caccia, tanto che non vedeva l’ora di passare a prendere il permesso per la caccia al camoscio. Ciro mancherà a tutti. Era una persona molto di compagnia, una bella persona che amava ridere e scherzare. Era sempre il movimento fra la pesca e la caccia. Tutte le mattine usciva per andare a fare la spesa e passava dal fratello a portare il pane. Lui era fatto così: non sapeva stare fermo». (m.d.)

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