Personale, il Comune ai minimi termini

Quattro milioni di risparmi in 5 anni. Il sindaco: «Turn over, impossibile ridurre ancora. Urgenti operai, vigili e carrozziere»



TRENTO. Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta parte dai numeri: il piano di miglioramento 2013-2017 del Comune prevede una riduzione della spesa per il personale da 60,9 a 56,8 milioni, si tratta di 4,1 milioni in meno in 5 anni. «Questo con un blocco del turn over del 40%, ovvero sostituendo 4 dipendenti ogni 10 che vanno in pensione», ricorda Andreatta, «adesso dal prossimo anno la Provincia ci chiede di sostituirne uno ogni 10, un’ulteriore contrazione che non è sostenibile se non vogliamo mandare interi servizi in sofferenza».

Il sindaco parte dalle richieste che ha sul tavolo: «Ho sette-otto servizi in questo momento che chiedono disperatamente delle assunzioni, chi di operai, poi un funzionario, un carrozziere, poi ci sono i due nuovi vigili che abbiamo promesso. Queste sono urgenze a cui devo assolutamente dare risposta in tempi rapidi».

E dopo? L’ulteriore stretta proposta dall’assessore provinciale Carlo Daldoss ai Comuni per il prossimo protocollo di finanza locale (turn over del 10%) ha suscitato immediate reazioni tra i sindaci, che sono arrivati a chiedere alla Provincia di mettere a disposizione il proprio personale ai Comuni. Lo ha chiesto in Consiglio delle autonomie il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer: «Metteteci a disposizione personale Itea che attualmente non ha molto da fare», è stata la provocazione. A spalleggiarlo è sceso in campo il sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner: «Da un anno chiediamo ai tecnici dell’Itea di affiancarci nella direzione lavori di una scuola, senza ottenere risposta». Daldoss ha rispedito al mittente l’ipotesi, difendendo l’Istituto di edilizia abitativa che - ha ricordato - «è l’unica società della Provincia che ha approvato un piano di riduzione del personale ed è passata da 163 dipendenti del 2011 ai 138 di oggi».

Ma i Comuni rivendicano di aver già dato in questi anni e ricordano che il Trentino è già andato oltre il livello nazionale che ha previsto il 60% di sostituzioni. In vista del prossimo incontro con i Comuni, Daldoss ha già aperto all’idea di alzare l’asticella del turn over al 20%, 2 sostituzioni ogni 10 pensionamenti, che era la proposta iniziale presentata dalla Provincia lo scorso anno, prima che si arrivasse alla mediazione di 4 su 10. Il braccio di ferro è solo all’inizio, anche perché i tagli al personale sono solo uno dei capitoli di un accordo tutto in salita: i sacrifici per i Comuni aumentano di 9,1 milioni di euro (da 117 a 126,1) per effetto del patto finanziario siglato dalla Provincia con lo Stato che per il 2016 impone al Trentino di versare allo Stato 126,1 milioni di accantonamenti. Il combinato disposto tra tagli al corrente e blocco del turn over - teme Andreatta - rischia di scaricarsi sulla qualità dei servizi e sulle tariffe, «che noi non vogliamo aumentare per il 2016». Già l’anno scorso i sindacati avevano lanciato l’allarme: a Trento 20 operai e 3 capi squadra del cantiere comunale in pensione in tre anni, una riduzione drastica con conseguente rischio di esternalizzazione di parte del servizio, in particolare di quello funerario.

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