Trento

Perseguitava i parenti: a processo

Uomo della Valsugana accusato di stalking ai danni di una coppia con due figlie e della nonna



TRENTO. Dai rumori molesti in piena notte alle aggressioni fisiche, fino ad arrivare a svuotare la sporcizia contenuta nella cuccia del cane sulla biancheria dei vicini. Un’altra vicenda di stalking è arrivata in aula a palazzo di giustizia: imputato un uomo di 46 anni residente in Valsugana, difeso dall’avvocato Beppe Pontrelli di Cavalese. Il legale ha chiesto la messa alla prova dell’uomo, come previsto dalla nuova legge, e il giudice dibattimentale si è riservato la decisione: per questo l’udienza è stata rinviata al 17 ottobre.

Gli episodi che vengono contestati sono numerosi e si riferiscono ad un periodo molto lungo: dal 2005 al marzo 2013. Le presunte vittime sono due coniugi, parenti e vicini dell’imputato, che sono parti offese nel procedimento, con le due figlie e la nonna. Secondo le accuse, tutto era iniziato nel 2005, quando l’uomo si era trasferito nell’appartamento al piano di sopra della coppia: in un’occasione l’uomo aveva provocato rumori molesti trascinando mobili e sedie di notte e di giorno, in un’altra faceva un frastuono tale - per 10 minuti consecutivi - da costringere i parenti a trasferirsi dalla camera da letto al salotto e a mettersi i tappi nelle orecchie. Neppure l’intervento di carabinieri e giudice di pace erano riusciti a fermarlo.

Un altro episodio, sempre nel 2005, aveva visto il 46enne suonare il campanello a ripetizione all’una di notte, altri ancora danneggiare gli infissi dei vicini o provocare infiltrazioni d’acqua nell’appartamento degli stessi. Veniamo al 2007: all’imputato è contestato un gesto decisamente sgradevole: sbattere i tappeti e svuotare la cuccia del cane riversando le sporcizie sulla biancheria della mamma ottantunenne di uno dei coniugi. Quest’ultima - sempre secondo l’accusa - sarebbe stata fatta bersagliata da sputi e offese nella piazza del paese. Eccoci quindi al 2012: l’imputato è accusato di avere aggredito fisicamente il figlio dell’anziana accusandolo di averlo denunciato e fatto trasportare nella caserma dei carabinieri per coltivazione di marijuana. La stessa sera, dopo la chiamata delle forze dell’ordine da parte dei vicini che lamentavano sputi e insulti ai propri danni, il 46enne sarebbe arrivato ad abbassarsi i pantaloni pronunciando parole oltraggiose. Anche le figlie dei coniugi sarebbero state coinvolte: l’imputato le avrebbe intercettate in piazza, seguite e fissate. Ora dovrà rispondere di tutto davanti al giudice.













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