Pergine, inizia dal tetto il restauro del convento

I lavori alla casa dei francescani finanziato dalla Provincia con 358mila euro Si tratta del primo lotto di un intervento che costerà in tutto circa 4 milioni


di Roberto Gerola


PERGINE. Finanziato il primo lotto dei lavori di restauro del convento dei Padri francescani. Si tratta di 358.000 euro a fronte di una spesa prevista di 476.000 euro. Un primo lotto che rientra nel progetto generale riguardante tutto il fabbricato (ad esclusione della chiesa restaurata recentemente) compreso anche il rustico posto sul retro del convento e che comporterà una spesa globale di circa 4 milioni di euro. Un’operazione avviata agli inizi dell’anno scorso, integrata nel luglio successivo e completata nel mese scorso.

Alla base dell’intervento, degrado generale del fabbricato, impianti obsoleti, infiltrazioni d’acqua dal tetto e umidità di risalita; ma anche interventi alle celle, necessità di nuovi servizi igienici, sbarrieramento vari e recupero del seminterrato. E viene appunto compreso anche l’edificio rustico – agricolo posto sul retro di convento e chiesa, dove si estende la campagna fino al via Marconi. Ma l’urgenza è determinata dalla necessità di metter mano alla copertura che risente della vetustà. Questo 1° lotto riguarda appunto il tetto.

Secondo quanto disposto nel progetto, i lavori di rifacimento dovrebbero iniziare quanto prima per essere completati entro la primavera del 2013. Interessante il discorso relativo al recupero del rustico. In prospettiva, e se ne parlava già l’anno scorso, il rustico restaurato e recuperato, potrebbe essere adibito a ospitalità di gruppi di giovani, a persone in difficoltà temporanea, a pazienti dell’ospedale (magari pensando al “Villa Rosa”).

La necessità di intervenire nella struttura dei Padri francescani è determinata, come si è detto, dalla sua vetustà. Risale a oltre quattro secoli fa l’insediamento a Pergine dei primi frati francescani. I lavori a convento e chiesa (e cimitero dei frati) terminarono nel 1614. La costruzione fu seriamente danneggiata dalle alluvioni del torrente Fersina. Nel corso degli anni non mancarono modifiche e aggiunte. Padre Salvatore Piatti, nel suo libro sui Padri francescani, ricorda il ruolo avuto dal lanificio (per le tonache dei frati) e alla sua costruzione, oltre che sistemazione in anni successivi. Per esempio, a metà del 1800, al convento venne aggiunta una nuova ala che conglobò anche il lanificio che prima era staccato e continuò a essere attivo fino al 1908. Altre modifiche furono effettuate al fine del 1800. Ai primi del secolo scorso, come noto, venne demolita la chiesa originaria e rifatta con sistemazioni varie delle parti adiacenti. Il tutto per dire che da anni non si mette mano al convento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano