Pergine ha scelto Oss Emer

Osler sconfitto: eletto sindaco il candidato delle civiche con il 57,7% delle preferenze


di Roberto Gerola


PERGINE. Roberto Oss Emer, alla guida di tre liste civiche è il nuovo sindaco di Pergine. Un sindaco fuori dagli schemi, senza un partito tradizionale alle spalle che ha saputo relegare all’opposizione forze politiche come Upt, Patt, Pd e il centro destra. Ma nel contempo ha fatto sparire dalla sala consiliare Verdi, Socialisti e Lega Nord. Sono rimasti fuori anche questo turno, partiti come Rifondazione comunista. Non è entrato anche se “primo partito” alle nazionali, il M5S sfasciatosi a Pergine dopo meno di tre mesi. Si è aperta così la prima pagina di un libro che a Pergine non era mai stato pubblicato, anche se sullo sfondo (fra appena due anni) ci sono comunque altre elezioni comunali. Pergine, insomma, ha detto la propria a livello trentino, sconfessando, seppur da parte un solo quarto degli elettori, la coalizione che da anni governa la Provincia, scrivendo una grossa incognita sulle elezioni di autunno. Si tratta di uno strappo di notevole importanza perché viene da Pergine, terzo Comune del Trentino, con 16.400 elettori.

Il segreto della vittoria. «E’ passato il messaggio del cambiamento», dice Roberto Oss Emer. «Osler non aveva alle spalle una coalizione di centro sinistra autonomista», aggiunge Marina Taffara. «Abbiamo pagato la decisione di non apparentarci provocando irritazioni», spiega Osler. E visti gli umori e le facce ieri al Marcadel, i dirigenti trentini di Upt dovranno mettercela tutta per convincere Osler & Co. a scendere in campo in autunno e dare una mano.

Si volta pagina. «Si chiude un periodo del quale Osler era l’ultimo atto», commentava in piazza Roberto Oss Emer. E per molti aspetti, la situazione va letta proprio in questi termini: la coppia Renzo Anderle (sindaco) - Marco Osler (vice) che ha governato per 15 anni si è dissolta non con il “caso” Silvano Corradi, ma ieri.

Il primo ad arrivare. Renato Nisco, capolista della civica “Patto per Pergine” è il primo di buon mattino ad entrare nella sala consiliare trasformata in “sala stampa”. Sono appena passate le 8 e il divario di voti tra Oss Emer e Osler è già evidente. «Eravamo fiduciosi - dice - ma non in questi termini. Adesso dobbiamo mantenere la promessa di rinnovamento e cambiamento», aggiunge. Renato Nisco si è già seduto su una sedia della giunta. Dopo di lui spunta in sala Daniela Casagrande, cuore e anima della Civica per Pergine e dell’intero progetto (vincente) che ha candidato a sindaco Oss Emer. Sa già del risultato: «Felice per la vittoria, confidavamo nel risultato che esce rafforzato. L’elettorato ha capito che era tempo per una svolta ed ha avuto il coraggio di farla. Siamo aperti a tutti e attenti alle problematiche di tutti». Poi arriva l’interessato. Roberto Oss Emer. Anche lui ovviamente al corrente. Sono appena passate le 8.30. «Non ne poteva prendere di più - dice - i voti di Osler erano quelli e li ha presi tutti. Noi potevamo solo vincere. I voti li abbiamo presi da tutti, dal mondo, anche da Osler. E l’uscita di Pintarelli ci ha solo avvantaggiato». Poi, l’arrivo dei supporter di Oss Emer si fa più nutrito. Ed il neo sindaco è già in piazza a gustarsi la vittoria. Dell’antagonista non c’è traccia e nemmeno dei suoi fedeli. Arriverà più tardi, dopo una telefonata di congratulazioni a Oss Emer che lo invita in piazza per bere un caffè insieme.

Tutti in piazza. Cordiale, evidentemente, tra la gente, tra i candidati eletti e esclusi. Osler intanto si presenta con Marco Morelli, Paolo Stefani, Stefano Zampedri. C’è anche Diego Pintarelli che lo aveva sostenuto «per il percorso assieme fatto anni fa». Intanto, Oss Emer ripete che non ci sono stati accordi con il Pd. Ci mancherebbe. Sono stati sufficienti gli eloquenti messaggi diretti inviati dal Pd agli elettori per capire la situazione: «non votate Osler» aveva detto il segretario Pd Saverio Strada, dopo aver parlato con toni distensivi circa la «libertà di voto». Analogo discorso in una lettera sul blog di Emanuele Curzel. Mentre i Verdi avevano preso le distanze (e sono comunque rimasti fuori). All’incontro in piazza si è poi unita Marina Taffara arrivata nel frattempo. «Osler ha perso perché non ha capito che non era rappresentante del centro sinistra», dice. E Paolo Tosi, suo marito, incalza: «E’ la dimostrazione che senza Pd non si vince».

La disfatta dei partiti. Come detto i partiti tradizionali sono stati bocciati dai perginesi. A guidare il municipio gli elettori hanno mandato la coalizione delle tre civiche espressione trasversale della città e dei sui cambiamenti. Quei cambiamenti, di umore, di pensiero, di aspettative, che i partiti, da destra a sinistra passando per il centro, non hanno saputo interpretare in modo adeguato.

All’opposizione. Dunque il centro sinistra autonomista si va ora a sistemare sui banchi della minoranza a fare opposizione. Marina Taffara e Anna Maria Lazzeri (Pd) dopo le lunghe “beghe” pre-elettorali si ritroveranno così a fianco di Osler, Morelli e Zanei (Upt) e Renato Tessadri (Patt), ed insieme a Daniele Lazzeri (Alternativa) unico rappresentante del centro destra.

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